Torna alla ribalta Cristina Di Censo: sarà lei a decidere se mandare a giudizio Berlusconi o restituire in tutto o in parte il fascicolo alla procura qualora non dovesse rilevare le ‘prove evidenti’ per un processo immediato.
Milano, 10 febbraio 2011 - Ha mandato in carcere l’uomo che gli scagliò in faccia il modellino del Duomo di Milano, e anni fa assolse il suo grande amico don Luigi Verzè, il fondatore dell’ospedale San Raffaele di Milano. Se valessero i precedenti, i legali di Silvio Berlusconi potrebbero trarre auspici a lui non sfavorevoli dalle decisioni del giudice Cristina Di Censo, la toga che tra qualche giorno segnerà l’immediata sorte giudiziaria del premier.
Toscana come Massimiliano Allegri, l’allenatore del Milan, Di Censo non è di Livorno come lui ma della vicina Piombino. Quarantaquattro anni, in magistratura dal ’94, molto riservata nella vita privata e nessuna attività conosciuta nel sindacato delle toghe, dopo il tirocinio a Firenze ha un passato da magistrato a Busto Arsizio e Saronno, nel Varesotto. E’ al tribunale di Milano dal 2007, e da ieri la porta d’ingresso al suo ufficio, al settimo piano, è presidiata da carabinieri che hanno il compito di proteggerla dal prevedibile assalto di giornalisti e fotografi.
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