ROMA – La sconfitta elettorale del centrodestra, consacrata a pieno titolo dopo l’esito dei ballottaggi di ieri, non va ad intaccare la tenuta della maggioranza di governo. Viene da chiedersi se il presidente del Consiglio, e i suoi uomini più fidati, abbiano piena consapevolezza di ciò che dicono nel momento in cui lo dicono. Perché se è vero che l’insuccesso dell’ultima tornata elettorale riguarda elezioni amministrative, è anche vero, però, che tale sconfitta non lascia illesa la squadra di governo. Ed è proprio in questa, infatti, che si registrano i più eclatanti cattivi umori. Ad iniziare, ovviamente, dal Carroccio.
“È stata una sberla”: la Lega Nord incassa con eccessiva amarezza la sconfitta di Milano e punta il dito contro il Pdl e Silvio Berlusconi. Soprattutto invoca (e invocare sta per avvertire, in perfetto stile lumbard) un cambiamento di passo: “un programma immediato di riforme per i prossimi 24 mesi”. I ministri Maroni e Calderoli pongono una condizione affinchè “il governo non rischi”: “un colpo di frusta” sull’economia e “un esame di coscienza” su quanto fatto finora.
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