lunedì 25 luglio 2011

Gli hacker si vendicano: violato l'archivio della Polizia italiana

Gli hacker si vendicano: violato l'archivio della Polizia italiana
ROMA - "I pifferi di montagna, che andarono per suonare e tornarono suonati", dice un proverbio. E' quello che è successo al Cnaipic, il  Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, cioè quella sezione della Polizia che si occupa di "prevenzione e repressione dei crimini informatici" diretti verso infrastrutture informatizzate di rilevanza nazionale. Normalmente quindi è lui che cerca gli hacker. Ma questa volta sono stati gli hacker, appartenenti al gruppo Lulzsec, che hanno violato il server, impossessandosi di migliaia di documenti ivi conservati. L'ufficio stampa della Polizia ha affermato di non poter confermare l'avvenuto attacco, ma gli hacker hanno già messo on line parte dei documenti trovati. E hanno detto che è solo una piccola parte, circa l'1%; il resto verrà messo online nei prossimi giorni.
Ma alcuni di questi sono pesanti. Per esempio c'è un documento che riguarda le preoccupazioni del capo della Polizia per le violazioni (circa 130) avvenute nei PC della Procura di Genova. Ma la discussione poi va anche sull'estero. Per esempio, dopo l'attacco informatico contro la Bank Medici (banca statunitense coinvolta nella vicenda del finanziere Bernie Madoff), si legge in un documento della preoccupazione di "sigillare i documenti che riguarda Gianfranco Gutti e Alessandro Profumo", rispettivamente vicepresidente ed amministratore delegato, all'epoca, dell'Unicredit. E c'è un altro documento che riguarda lo scandalo Madoff, un documento che riporta la frase: " Dato che l'Fbi ha già ottenuto materiali dall'Atlas e dalla Gazprom, se arriveranno al punto di rilasciare le '06 ops' sarebbe davvero un bordello". E sarebbe davvero curioso sapere quali siano questi materiali. Ancora più curioso che a questa e-mail risponda un dirigente della Tdi-Brooks (società specializzata nella ricerca di giacimenti petroliferi), chiedendo di distruggere "tutti gli accordi sulla centrale di Bushehr", che è la principale centrale nucleare iraniana in via di costruzione. C'è da chiedersi anche qui quali fossero questi documenti.
L'operazione è stata rivendicata dal gruppo, con un duro comunicato: "Abbiamo deciso di far trapelare tutto quello che è stato raccolto da quella task force cibernetica chiamata Cnaipic. Questa organizzazione corrotta ha raccolto prove da tutti i computer sequestrati e li ha utilizzati in operazioni illegali con agenzie di intelligence straniera e con le oligarchie per assecondare il loro desiderio di denaro e potere, mentre non le hanno mai usate per le indagini (...) Tutto il materiale è stato protetto per anni nei server con gente che aspetta un processo mentre il Cnaipic ha usato le prove per un gioco spionistico globale". SI tratta di una denuncia molto grave, che andrebbe verificata.

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