domenica 14 agosto 2011

Arriva la stangata per i cittadini. Salvi i malversatori ed i corruttori. Che fine ha fatto il ddl anti-corruzione?

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Ciò che manca nella stangata è il patibolo per i corrotti. Giustizialismo? No, legittima difesa, stato di necessità, prevenzione. Lacrime e sangue per chi se lo merita e non per quel 90 per cento, forse più, della popolazione italiana che si comporta decentemente, fa la sua parte – bene o male – e non ruba, scippa, mangia a sbafo, incasina il paese e roba del genere.

Che fine ha fatto il disegno di legge anti-corruzione che era stato tirato fuori dal cilindro del Cav all’indomani della “madre” di tutte le inchieste anti-cricca, quella sul G8? Quando la Procura di Firenze tirò fuori le carte, a conclusione di una indagine affidata ai carabinieri, restammo allibiti, sia per la “qualità” dei personaggi indagati – il meglio dell’alta dirigenza pubblica – quanto per gli indizi e le prove raccolte dai carabinieri in due anni di lavoro, svolto con encomiabile riservatezza, puntiglio e competenza. Il presidente del Consiglio, apprendendo che fra gli indagati c’era il suo braccio destro, il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, disse che i pm fiorentini avrebbero dovuto vergognarsi dei loro sospetti.
L’impianto accusatorio e l’affollato novero dei sospettati rischiò di dare una mazzata alla credibilità del governo, sicché a qualcuno venne in mente di tirare fuori, in pochi giorni, una proposta legislativa per punire più agevolmente i malversatori ed i corruttori pubblici. Avrebbe dovuto essere esaminato nel giro di pochi giorni, fu promesso che in una settimana, il provvedimento avrebbe percorso l’iter, perché su di esso si sarebbe realizzata una condivisione bipartisan.

Da Palazzo Chigi tuttavia non vennero input entusiastici e dagli avvocati-onorevoli cominciarono ad arrivare perplessità, problemi di opportunità e l’inevitabile necessità di studiare meglio l’impianto del provvedimento. Risultato? Un anno e mezzo e non se n’è fatto niente. Per quale ragione? La maggioranza di centrodestra ha dimostrato coesione e efficienza quando si è tratto di proporre in Parlamento presidi legislativi che mettessero il presidente del Consiglio al riparo delle “toghe rosse”. In questo caso, invece, si è tirato il freno a mano.

Come non ricordare che in uno dei processo a carico del premier, il processo Mills, Silvio Berlusconi deve rispondere di corruzione?

Dopo l’inchiesta sul G8, ci sono stati casi eclatanti di corruzione ai danni dell’erario. La Corte dei Conti ha documentato l’aumento del fenomeno, ma non ha riscaldato i cuori dei governanti.

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