domenica 14 agosto 2011

Il Premier: "Mi hanno imbrogliato in Parlamento cambieremo"


L'ipotesi: aumento Iva invece del contributo. Il Cavaliere vuole utilizzare il malcotento nel partito per le modifiche. In rivolta Scajola e Alemanno. Pure la Lega chiede meno rigore perché nel 2012 si teme il voto. Pranzo insieme a Tremonti a Palazzo Chigi. "Denuncio chi dice che mi dimetto"

di FRANCESCO BEIAlla fine, con Giulio Tremonti, il Cavaliere ha siglato ieri una tregua armata. Complice la paura di un lunedì nero, quando riapriranno le borse mondiali, non conviene a nessuno alimentare altre tensioni nel governo. Berlusconi sa bene che la situazione, nonostante la maxi-stangata da 45 miliardi di euro, resta appesa a un filo. Un ministro dà voce al terrore che serpeggia nella maggioranza: "E se lunedì ci accorgiamo che la speculazione continua ad attaccarci cosa facciamo? Un'altra manovra è impossibile, resterebbe solo lo scudo della Bce. Ma per quanti giorni potrà reggere?". Così, a pranzo a palazzo Chigi, i due rivali, di fronte a Gianni Letta, si stringono la mano. Dimissioni di Tremonti? "Se qualcuno continua a scriverlo - scherza a tavola il ministro dell'Economia - è la volta buona che lo denuncio per aggiotaggio". Paolo Bonaiuti conferma: "Anche oggi girano strane voci di dimissioni di Tremonti. Sono voci ri-di-co-le, ci ridiamo sopra".
Insomma, se per il momento il ministro resta al suo posto, almeno fino all'approvazione definitiva del decreto in Parlamento, Berlusconi non ha affatto rinunciato ad ammorbidire una manovra che non sente "sua". Ad andargli di traverso è soprattutto il "contributo di solidarietà", la nuova imposta che colpisce i redditi (tutti i redditi) sopra i 90 mila euro lordi. I giornali d'area sono scatenati, Vittorio Feltri ha scritto che con quella tassa "si strozzano i medio-borghesi". Insomma proprio l'elettorato di Berlusconi. Oltretutto il premier era convinto che dovesse durare soltanto due anni, così quando ieri ha scoperto che Tremonti l'ha prevista per tre anni, a partire dal 2011, è andato su tutte le furie. Si è sentito ingannato: "Mi aveva detto una cosa e poi nel decreto ne ha scritta un'altra di nascosto! L'una tantum doveva partire dal prossimo anno". Così, per restituirgli lo scherzetto, Berlusconi sta architettando un piano: servirsi della rivolta in corso ai piani bassi del Pdl per cambiare le parti più indigeste del provvedimento, a partire dal passaggio a palazzo Madama. I "quattro moschettieri" iniziali - Crosetto, Stracquadanio, Malan e Bertolini - sono infatti già lievitati a nove, con la firma pesante di Antonio Martino. Altri se ne stanno aggiungendo in queste ore. "Siamo tempestati di telefonate", assicura Stracquadanio. Si dice che l'area che fa riferimento a Claudio Scajola sia in mobilitazione generale, così come i parlamentari vicini a Gianni Alemanno (che ha stroncato a caldo il decreto definendolo "insostenibile"). Lo stesso Schifani, il presidente del Senato, ieri ha parlato della manovra come di un "cantiere aperto", lasciando intendere che sarà cambiata. In quale direzione? Sembra che i ribelli affonderanno il colpo sul contributo di solidarietà, ormai un simbolo della "tosatura", dal quale è previsto un gettito di un miliardo di euro. Ma, visto che si tratta di trovare analoghe coperture, da qualche altra parte bisognerà intervenire. E l'idea è appunto quella di alzare di un punto percentuale l'Iva, dal 20 al 21 per cento.
Continua ...
http://www.repubblica.it/dal-quotidiano/retroscena/2011/08/14/news/il_cavaliere_giulio_mi_ha_imbrogliato-20423203/

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