giovedì 1 settembre 2011

Da Berlusconi ad Andreotti: ecco tutti i salvati dalla prescrizione

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«La prescrizione è sempre espressamente rinunciabile dall’imputato». L’articolo 157 del codice penale non lascia dubbi: alla prescrizione si può rinunciare se davvero ci si vuol far processare alla ricerca di una assoluzione piena. Una possibilità che andrebbe ricordata ai tanti dirigenti della maggioranza che in questi giorni si sono scagliati contro il Pd sulla vicenda Penati dimenticando però le prescrizioni di cui hanno beneficiato tanti uomini del centrodestra. Il presidente Silvio Berlusconi è come al solito l’esempio più eclatante. Grazie alla prescrizione, infatti, il Cavaliere si è salvato in ben quattro procedimenti: l’All Iberian 1 per le tangenti al Psi (condanna in primo grado a 2 anni e 4 mesi per finanziamento illecito, prescrizione in appello), il processo per l’acquisto dal Torino del calciatore Lentini (prescrizione grazie alla riforma del falso in bilancio), il consolidato Fininvest e il Lodo Mondadori. Penati: «Non mi nasconderò dietro la prescrizione» | LA LETTERA INTEGRALE Va detto, però, che il presidente del consiglio è in buona compagnia: nella compagine di governo una bella prescrizione se l’è regalata anche il ministro Roberto Calderoli, assieme al collega di partito Davide Caparini. Il leghista fu processato per gli incidenti con la polizia durante l’irruzione nella sede di via Bellerio: in primo grado fu condannato a 8 mesi di reclusione per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, ma in appello la pena è poi scesa a 4 mesi e 20 giorni. Sentenza questa poi annullata con rinvio dalla Cassazione e, nel nuovo processo di secondo grado, per Calderoli e gli altri imputati è scattata la prescrizione. Come anche per il senatore Marcello Dell’Utri, condannato in appello per «appropriazione indebita» nell’ambito della vicenda dei fondi neri di Publitalia. Dell’Utri ricorse in Cassazione alla ricerca di un’assoluzione piena ma per la Suprema Corte nel marzo 2010 confermò la sentenza d’appello dichiarando l’ex braccio destro di Berlusconi «non assolvibile». Restando poi all’inner circle berlusconiano, la prescrizione ha salvato anche l’ex parlamentare (ed ex militare della Guardia di Finanza) Massimo Maria Berruti, accusato di riciclaggio dei fondi neri del gruppo Mediaset. Ma fra i prescritti della scuderia Pdl in Parlamento vanno segnalati anche Maurizio Iapicca (rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio), Luigi Grillo (era stato indagato per truffa sulla Tav Milano-Genova), Carlo Vizzini (condannato in primo grado per lo scandalo delle Tangenti Enimont, prescritto in appello), Antonio Paravia (condannato in primo grado per corruzione, prescritto in appello) e Giuseppe Firrarello (condannato in primo grado a due anni e sei mesi per turbativa d'asta, prescritto in appello). Arcinota, poi, è la vicenda del senatore a vita Giulio Andreotti e dell’accusa di associazione per delinquere: reato prescritto in appello ma «concretamente ravvisabile» fino al 1980 scrissero i giudici nelle motivazioni poi confermate dalla Corte di Cassazione
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