giovedì 1 settembre 2011

Estorsione al premier Berlusconi, arrestati Tarantini e la moglie

Napoli, 1 set. (Adnkronos/Ign) - La Digos della Questura di Napoli, in collaborazione con quella di Roma, ha arrestato Gianpaolo Tarantini, 36enne, e la moglie Angela Devenuto, 34enne, per estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Come fa sapere la Questura di Napoli, l'arresto è stato eseguito in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli.

L'imprenditore pugliese è stato condotto in Questura a Napoli, poco dopo le 12, per essere fotosegnalato e poi condotto nel carcere napoletano di Poggioreale. L'estorsione ai danni del presidente del Consiglio sarebbe consistita in un versamento di circa 500mila euro all'imprenditore barese .

L'attività investigativa che ha portato all'emissione dei provvedimenti cautelari trae origini da più ampie e diversificate indagini coordinate dai magistrati della Sezione criminalità economica della Procura di Napoli. E si è basata su servizi di intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura ed eseguite dalla Digos della Questura di Napoli su alcune società "dove Valter Lavitola sembra svolgere non meglio definite attività di consulenza", spiega il procuratore aggiunto Francesco Greco coordinatore della Sezione criminalità economica.

Nell'ambito di tali indagini la Procura avrebbe raccolto "gravi e consistenti indizi - spiegano in Procura - in ordine alla ripetuta dazione, con modalità dissimulate o comunque non trasparenti e con l'intervento e la mediazione del Lavitola, da parte dell'onorevole Silvio Berlusconi e a favore dei coniugi Tarantini di somme di denaro contante e di altri benefici di carattere economico".

Benefici che sarebbero consistiti tra l'altro in pagamento di spese legali, canone di locazione di una casa, impieghi ed altri incarichi di lavoro. Sarebbe emerso inoltre, secondo gli inquirenti, che Lavitola tratteneva per sé parti consistenti delle somme ricevute dal presidente del Consiglio impiegandole in diverse società a lui direttamente riferibili e concertava con Giampaolo Tarantini le iniziative processuali più idonee per costringere l'onorevole Berlusconi a disporre il pagamento di ulteriori somme. "Tali iniziative - spiegano in Procura - in particolare dovevano essere prese da Tarantini nell'ambito dei procedimenti in cui lo stesso risulta tuttora indagato dall'autorità giudiziaria di Bari".
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