Roma, 9 dic. (Ign) - La solidarietà può passare anche attraverso una semplice tazzina. E' questa la filosofia alla base della 'Rete del Caffè Sospeso' - festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso - che promuove il recupero nei bar e nei locali d'Italia di un'antica usanza napoletana che consisteva nel lasciare un caffè ‘sospeso’ per chi non poteva permetterselo. Chi era meno fortunato poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato da qualcuno che era venuto prima di lui. Un atto di comprensione e solidarietà.
La 'Rete del Caffè Sospeso' (http://caffesospeso.wordpress.com/) è nata a Napoli il 14 novembre 2010 da 7 festival italiani che hanno deciso di unire le forze e fare rete scambiandosi idee, progetti e prodotti culturali per sopravvivere o addirittura crescere in tempi di crisi.
In poco più di un anno di vita la Rete ha creato significativi scambi e condivisioni fra i 7 festival, ha ottenuto diverse nuove adesioni e ora ha deciso di istituire, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il 10 dicembre - Giornata del Caffè Sospeso.
La Rete è sostenuta, tra gli altri, dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris e dalla band Têtes de Bois. Erri De Luca ha scritto: ''Mi associo all’offerta di un caffè sospeso, per il passante che si affaccia e chiede un benvenuto. Glielo lascio in caldo a ritirarlo quando vuole''. Così Franca Rame: ''Lascia un caffè pagato, fallo come se fossi tu stesso la persona che lo berrà. Un grazie da Franca Rame''. E Alex Zanotelli: ''Un caffè per rimettere al centro della vita dell’uomo la solidarietà''.
L'abitudine è stata avviata anche al Bar Royal Cafè di Lampedusa nel periodo di maggior emergenza sbarchi, durante lo scorso inverno, quando numerosi giornalisti e lampedusani lasciavano un caffè sospeso ai migranti.
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