giovedì 8 dicembre 2011

In Sicilia la nuova Ici diventa un giallo l'Anci: "Non si applica, ma è necessaria"


Sicuro l'aumento dell'addizionale regionale Irpef, ma la nuova Imu non si può applicare perché la Sicilia non ha definito l'accordo con lo Stato sul federalismo comunale

di ANTONIO FRASCHILLAPALERMO - La stangata sull'Irpef regionale è praticamente certa, mentre la nuova imposta municipale sulla prima casa al momento non è applicabile in Sicilia, visto che la Regione non ha trovato ancora l'accordo con lo Stato sul federalismo comunale: "Comunque dovremo al più presto trovare una soluzione, perché senza l'Imu non sapremo come coprire i 200 milioni di euro di minori trasferimenti agli enti locali siciliani previsti dalla manovra Monti, quindi dovremo ridurre all'osso servizi, come quello per le scuole, il trasporto pubblico o il rifacimento delle strade, tanto per fare degli esempi", dice il presidente dell'Anci Sicilia, Giacomo Scala. Se applicata, l'Imu sarà una stangata: il proprietario di un appartamento di 130 metri quadrati in zona Libertà a Palermo, come prima casa pagherà 231 euro all'anno in più, che diventano 404 euro se si tratta di una seconda casa. 

Di certo c'è che per far fronte ai minori trasferimenti sulla spesa sanitaria, l'assessore all'Economia Gaetano Armao ha già annunciato la possibilità di ricorrere all'aumento dell'Irpef consentito dalla stessa manovra Monti. L'aliquota regionale dovrebbe così passare dall'1,4 per cento all'1,7. Il che significa che chi ha un reddito di 40 mila euro pagherà il prossimo anno 120 euro in più e chi guadagna 80 mila euro invece verserà 240 euro in più rispetto al 2011. 

L'altra tassa introdotta dalla manovra Monti, invece, riguarda l'imposta sulla prima casa, con un'aliquotadello 0,4 per mille da calcolare su una rendita catastale incrementata del 60 per cento. Con questa tassa i Comuni dovrebbero così recuperare i minori trasferimenti. "Per gli enti locali i tagli sono stati fissati dalla manovra in 1,4 miliardi di euro, il che significa che per i Comuni siciliani ci saranno minori trasferimenti per 200 milioni di euro - dice il presidente dell'Anci regionale, Scala - ma per coprirle non possiamo applicare l'Imu, visto che a oggi la Regione non ha trovato un accordo con lo Stato e per giunta la commissione paritetica è decaduta con l'addio del governo Berlusconi e deve essere rinominata". 

Senza l'applicazione dell'Imu per potere coprire i tagli, i sindaci siciliani minacciano di consegnare la fasce tricolori: "I nostri bilanci sono già ridotti all'osso, non abbiamo margini di manovra", dice Scala. Dal 2 dicembre il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, ha invece iniziato lo sciopero della fame a oltranza finché non si troverà una soluzione per rendere possibile il rinnovo contrattuale dei 59 lavoratori Lsu impiegati al Comune, che non ha un euro in cassa e rischia di sforare il patto di stabilità. Diversi Comuni, poi, senza l'Imu potrebbero comunque ricorrere all'incremento dell'Irpef: a esempio Palazzo delle Aquile potrebbe varare il raddoppio dell'aliquota, dallo 0,4 per cento allo 0,8. 

L'imposta municipale sulla casa se applicata sarà comunque un salasso per chi è proprietario di più appartamenti. Questi, infatti, vedranno scattare un'aliquota dello 0,4 per mille sulla prima casa (incrementabile di altri 0,2 per mille dai singoli Comuni), il tutto senza alcuna possibilità di sconto (per chi ha solo un appartamento c'è uno sconto fino a 200 euro). Con l'Imu sulla prima casa prevista da Monti, a Palermo chi ha un appartamento di 80 metri quadrati in centro storico dovrà versare 105 euro all'anno, chi ha un'abitazione di 113 metri quadrati in zona Strasburgo dovrà pagare 209 euro. Insomma, senza l'Imu i sindaci siciliani annunciano tagli ai servizi e a rischio è il rinnovo dei contratti di migliaia di precari. Se invece arriverà l'Imu a pagare direttamente saranno i proprietari di appartamenti. Da una parte o dall'altra, il risultato non cambia: il 2012 sarà un anno nero per le famiglie dell'Isola.

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