sabato 26 gennaio 2008

Sabato, 26 gennaio 2008

Nuova tv, vecchio padronedi Maria Novella Oppo (l'Unità) ADESSO ABBIAMO VERAMENTE VISTO DI TUTTO. E forse non è ancora il peggio. Urla, insulti e sputi in faccia, nonché una bottiglia di vino in pieno Senato della Repubblica. Questa è la destra nostrana, che non ha mai abbandonato l’idea mussoliniana del bivacco di manipoli. E questi sono quelli nelle cui mani starebbe per cadere di nuovo il Paese. Intanto, il loro padrone ha subito ricominciato ad apparire telefonicamente nei vari talk show, in primis dal socio Bruno Vespa, che, come quasi tutto il resto della tv (chissà se qualcuno se n’è accorto), non ha mai smesso di lavorare per lui. E infatti, subito dopo, si poteva sentire la voce del boss (tra la folla festante dei fan) anche su Canale 5 e chissà dove altro ancora. Ha subito chiarito che ogni trattativa per una nuova legge elettorale è caduta. Va benissimo la legge che c’è (non a caso l’ha voluta lui). A questo punto, c’è da chiedersi se qualcuno abbia davvero creduto che Berlusconi potesse stare ai patti. Montanelli diceva di lui che «mente come respira». Ma è capace di mentire anche in apnea. Lo diceva Nerudadi Marco Travaglio (l'Unità) È impossibile che quel che accade in Italia sia frutto del caso. Dev’esserci da qualche parte uno sceneggiatore burlone, dotato di un sense of humour soprannaturale, che si diverte un mondo alle nostre spalle. Vuole vedere fin dove riusciamo a precipitare e saggiare le nostre capacità di digestione. Che comunque tendono all’infinito. Ieri, con la solita pigrizia mentale che porta la stampa a ripetere le parole dei politici senza pensarci su, molti giornali definivano Nuccio Cusumano «il traditore» per dar l’idea della sua dissociazione dall’Udeur. In realtà Cusumano, una volta tanto, è rimasto fermo là dove era stato eletto: cioè nell’Unione. È l’Udeur che s’è dissociata da Cusumano,dall’Unione e dai suoi elettori. Eppure gli sputi e gli insulti li ha presi lui, mentre gli applausi li han presi Dini, Mastella, Turigliatto, Fisichella, Mastella e Barbato lo sputatore: quelli che han preso i voti a sinistra e li han portati a destra. Applausi, si capisce, da chi tuona da 13 anni contro il presunto «ribaltone» del ’94, quando Bossi revocò la fiducia a Berlusconi (non per l’arresto dei suoi cari, ma per la riforma delle pensioni: fra l’altro, scritta da Lamberto Dini). Ora,un paese che considera infedele chi resta fedele è un paese pronto a tutto. Persino a pensare che Andreotti - quello che negava di conoscere i cugini Salvo - dica la verità quando promette il sì a Prodi: era già accaduto il 24 febbraio 2006, quando annunciò il sì e poi votò no, e Prodi si cadde per la prima volta; l’altroieri ha annunciato il sì, poi non s’è nemmeno presentato e Prodi è caduto per la seconda volta, l’ultima. Giustamente Furio Colombo, rara vis di senatore con problemi di digestione, si domanda a chi parlasse Dini quando usava il «noi» visto che la sua band, formata da tre persone (lui compreso) ha votato in tre modi diversi (un sì, un no, un assentato). Forse si riferiva alla sua signora e alle sue bancarotte. O magari all’allegra brigata che s’è ritrovata con lui più tardi al cinema Embassy per la proiezione del documentario di Stefania Craxi sul padre latitante («lo statista discusso da alcuni» l’ha definito ieri il Tg1, come se le condanne fossero discussioni). Oltre a Berlusconi, Forlani, Previti e De Lorenzo, erano presenti alcuni incensurati, come Boniver, Assunta Almirante, Pisanu, Scajola, Gasparri, La Russa, Gianni Letta e, purtroppo, Ciampi e Marini. L’ottimo Mastella, intanto, declamava una poesia attribuendola a Neruda, il poeta che aveva sentito citare una volta da Renzo Arbore («Lo diceva Neruda che di giorno si suda»): purtroppo però la lirica è di tale Martha Medeiros, brasiliana, evidentemente popolarissima a Ceppaloni. Continua ... http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=6057

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