sabato 26 gennaio 2008

Wsf 2008, in tutto il mondo azioni contro guerra e neoliberismo

Si chiude sabato il Wsf 2008, il Social forum mondiale che quest’anno ha scelto di lasciar perdere i megaraduni e gli eventi spettacolari e ha preferito unire on line le centinaia di azioni locali che gli attivisti di tutto il mondo hanno organizzato da una parte all’altra del globo. Da Barcellona a San Paolo, da Mexico City a Giacarta, passando per Mosca e Manila, il World Social Forum per una settimana ha riunito il lavoro quotidiano di migliaia di attivisti. Sabato 26 gennaio è la giornata conclusiva di questa cinque giorni di azioni locali. E anche in Italia proprio sabato sono in corso gli eventi di maggior richiamo.Parole d’ordine degli appuntamenti, il no «al neoliberismo, alla guerra, al razzismo e al patriarcato che producono violenza, sfruttamento, esclusione, povertà, fame e disastri ecologici». Da noi, questo si traduce essenzialmente in due grandi battaglie: quella contro l’ampliamento delle basi e delle spese militari e quella che si oppone all’ondata securitaria che si trasforma spesso nel più becero dei razzismi. Per questo, epicentro italiano del Wsf è Vicenza. E tutto il NordEst. Torna il frastuono delle pentole dei No Dal Molin: stavolta a partire dalle 15 e per tutto il pomeriggio spaccheranno i timpani ai soldati statunitensi e alle loro famiglie che vivono nel villaggio residenziale Usa. Vicenza, ribadisce il comitato che da più di un anno combatte contro l’ampliamento della base militare americana, «non diventerà il nuovo avamposto militare per le guerre a stelle e strisce». Anche a Ghedi, l'aeroporto militare in provincia di Brescia, i cittadini manifesteranno il loro no alla militarizzazione del territorio.Ma oltre a quella a stelle e strisce, c’è un’altra guerra che spacca il nostro paese, quella che chiamano “di civiltà”. A Trento e a Treviso sabato e domenica si scende in piazza contro le politiche xenofobe della Lega e del centrodestra. Nel capoluogo trentino l’obiettivo è quello di rompere il muro di silenzio che ha avvolto l’ultima iniziativa della Lega Nord. Dieci giorni fa, esponenti del Carroccio hanno allestito un gazebo nel Comune di Gardolo, dove la comunità pachistana aveva ottenuto il permesso di realizzare una sorta di moschea in un’ex-officina. «Trovarsi in tanti a Gardolo – scrivono i ragazzi del Centro Sociale Bruno annunciando l’appuntamento di sabato 26 – non è solo un fatto di testimonianza o di solidarietà. Non significa diventare il partito del Sì alla moschea, ma significa impegnarsi ad isolare politicamente e culturalmente l’ideologia nefasta della Lega e contrastare attivamente la diffusione del razzismo anche nella nostra città».Se il razzismo è quasi una novità a Trento, non lo è certo per Treviso, culla del leghismo e del sindaco sceriffo Gentilini. Ma non ha ancora piegato tutti: sabato scrittori ed artisti trevigiani (tra cui Mauro Covacich, Gianfranco Bettin, Romolo Bugaro, Alberto Fassina, Roberto Ferrucci, Marco Franzoso, Giulio Mozzi, Marco Paolini, Tiziano Scarpa, Vitaliano Trevisan, Gian Mario Villalta) hanno organizzato in piazza dei Signori a partire dalle 17 un’iniziativa a sostegno di «una città tollerante, multietnica che valorizza le differenze e rispetta le diversità e che rifiuta qualsiasi deriva xenofoba e neofascista», mentre domenica l’altra Treviso si ritrova in piazza Borsa a partire dalle 14.30 «per non dare spazio a chi da anni usa linguaggi e gestisce la città in modo razzista ed affaristico».Infine, tra le altre iniziative in corso da Genova a Bari, da Bologna a Lecce, ricordiamo anche quella di Firenze, che sabato mattina si è mobilitata in sostegno dei 13 attivisti condannati in primo grado a 4 e 5 anni per resistenza a pubblico ufficiale, in seguito agli scontri con la polizia avvenuti nel 1999 durante una manifestazione contro la guerra nei Balcani. http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=72417

Nessun commento:

Posta un commento