ROMA - Sembrava ormai un ricordo legato al passato. Invece una nuova epidemia di morbillo ha fatto scattare l'allarme. Più di mille casi in Italia nei primi quattro mesi di quest'anno. La situazione più grave in Piemonte con 635 casi segnalati. Seguono la Lombardia con 130, poi l'Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. Una recrudescenza dell'epidemia che ha messo in allarme il ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità. Nulla a che vedere con la "grande paura" del 2002-2003, con 60 mila persone infettate e otto morti. Così, proprio dopo il "biennio nero", le autorità sanitarie italiane e l'Organizzazione mondiale della Sanità hanno deciso impegnarsi a fondo nei piani di vaccinazione, per arrivare alla completa "eradicazione" del morbillo nei Paesi europei entro il 2010, prima fissata nel 2007. Conseguenza immediata è stato un brusco calo delle infezioni, scese a dodicimila nel 2003 e 215 nel 2005. Il piano di vaccinazione, che riguarda assieme morbillo, parotite e rosolia, concordata con le Regioni nei confronti dei nuovi nati entro il compimento dei 24 mesi dalla nascita ha dato i suoi effetti. I nuovi casi, infatti, riguardano in grande misura i giovani in età adolescenziale che non sono mai stati vaccinati.
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