É morto Alexandr Solzhenistsyn, l’uomo che ha svelato al mondo le atrocità dei Gulag staliniani, l’intellettuale simbolo della dissidenza contro il regime sovietico. A 89 anni lo ha stroncato un infarto, nella sua dacia moscovita. Il piú grande scrittore russo contemporaneo, autore di alcune tra le pagine piú intense e drammatiche della letteratura del suo paese, era malato da tempo.
Nato l’11 dicembre 1918 a Kislovodsk, nel sud della Russia, combatte nella Seconda Guerra Mondiale le truppe naziste di Hitler guadagnandosi stima e medaglie.
Nel 1945, in una lettera inviata a un amico, la censura sovietica individua una critica a Stalin, sufficiente a farlo rinchiudere, per 10 anni, nei gulag.
Nel 1956 è di nuovo libero e nel 1962 pubblica il libro che nel 1970 gli vale il Nobel: “Una giornata di Ivan Denisovic”, la prima testimonianza sui campi di concentramento staliniani.
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