giovedì 6 agosto 2009

Inchiesta Bari, carabinieri in cerca di carte anche negli uffici del governatore

Vendola non risulta indagato,
le indagini si allargano al business delle farmacie.
BARI (6 agosto) - Un diluvio di dichiarazioni, smentite, querele e citazioni per danni si abbatte come un temporale estivo sull’estate pugliese ma il clima resta bollente. Il presidente della regione Nichi Vendola non ha fatto in tempo a dichiararsi immune dall’azione giudiziaria che ecco ripiombare ieri mattina i carabinieri negli uffici della Presidenza, sul lungomare barese, e in quella del Consiglio regionale, in via Capruzzi.Le nuove acquisizioni, disposte dal sostituto procuratore Désirée Digeronimo che indaga sul presunto intreccio tra mafia, politica e affari nella gestione della sanità regionale, riguardano l’assegnazione delle farmacie e le consulenze esterne chieste dall’assessorato regionale alla Sanità.«Se la magistratura barese, di fronte allo scempio della sanità pugliese fatto dalla sinistra, esita nell’indagare Vendola, non potrà evitare la sua interdizione - ha tuonato il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri - delle due l’una: o è coinvolto nel disastro, o non si è accorto di nulla».Il governatore pugliese ha risposto con una citazione per danni: «Le sue accuse sono vergognose - ha detto - per Gasparri o uno è fesso oppure è un delinquente». Lo scambio di gentilezze, tra i due, non è una novità: a maggio scorso a Nichi Vendola, durante una puntata di Ballarò, scappo un “vaffa” di troppo e il giorno dopo arrivò pronta la querela di Gasparri, che adesso rincara la dose: «Del “vaffa” mi accorsi solo il giorno dopo, quando rividi la registrazione della puntata e diedi mandato al mio avvocato di occuparsene. Sulla citazione per danni di Vendola non ho nulla da dire se non che il governatore pugliese dovrà andare in tribunale per ben altri motivi».Il Presidente della regione Puglia non risulta indagato. Le indagini della Digeronimo ruotano intorno alle figure dell’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco e del suo braccio destro Mario Malcangi, indagati insieme ad altre 13 persone tra direttori di Asl e imprenditori del settore sanità e rifiuti.
Continua ...
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=68524&sez=HOME_INITALIA

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