"Dottore ho un mal di testa terribile. Quale posizione yoga mi suggerisce?". La cura senza medicine è la nuova frontiera del benessere di massa. Basta farmaci, l'obiettivo oggi è di stare bene facendo attività che riducono lo stress, cambiano il nostro modo di vivere, e in certi casi intervengono per guarire nel vero senso del termine. L'attività fisica mirata che toglie il mal di schiena, l'ipnosi che fa dimagrire, lo yoga che allontana i problemi circolatori o la meditazione che sconfigge il dolore: è boom di una serie di pratiche, che ora finiscono al centro di ricerche scientifiche. A sceglierle sono persone che, ovviamente solo per certi problemi, non vogliono andare dal medico. Questi rimedi in buona parte sono figli della cultura introdotta dalle medicine non convenzionali. "Dopo aver insegnato a noi occidentali a riscoprire il rapporto tra dottore e paziente, ci hanno trasferito un nuovo concetto: quello dello stile di vita sano". A parlare è Guido Giarelli, professore di sociologia alla facoltà di Medicina dell'Università della Magna Grecia. "Discipline orientali come l'Ayurveda da sempre puntano su un approccio olistico, cioè globale, alla persona, non solo legato alla malattia del momento". Ma quanti sono a curarsi con pratiche che non richiedono l'uso dei farmaci? Non è facile avere un dato. "Secondo l'ultima relazione Istat circa il 19% degli italiani usano medicine non convenzionali, soprattutto fitoterapia e omeopatia, che però, ciascuna a suo modo,
impiegano farmaci - dice sempre Giarelli - Per avere un'idea di quanti si rivolgono a cure senza medicine bisogna fare riferimento anche a una ricerca di Harvard, e si ricava un dato del 20% di italiani dediti a yoga, massaggi, ipnosi e quant'altro. È un numero significativo, ma stiamo attenti a non creare una società basata sulla cultura della performance fisica. Sennò finiamo come gli Usa che non vogliono curare gli obesi". L'attenzione allo stile di vita, la cosiddetta prevenzione primaria, è diventata un cardine anche della medicina occidentale. Ad esempio esistono liste di cose da fare per evitare i problemi cardiovascolari. Ma oggi ci si spinge anche oltre, come avviene in Toscana. La Regione ha creato l'Afa (attività fisica adattata): il progetto coinvolge persone colpite da malattie croniche, come il mal di schiena ma anche l'ictus e il parkinson. "Vogliamo evitare che con la sedentarietà a queste malattie ne aggiungano altre", dice Francesco Benvenuti, responsabile dell'Afa a Empoli. La soluzione? Una convenzione della Asl con le palestre private, dove il medico di famiglia o lo specialista inviano il malato a fare attività fisica mirata. Il costo dei corsi è 2 euro all'ora. Fino ad oggi in Toscana circa 15mila persone sono state coinvolte e l'esperienza si sta allargando a Piemonte, Friuli e Liguria. La rivista scientifica Usa "Journal of Rehabilitation Research & Development", ha fatto uno studio sull'esperienza toscana, definendola "Il più grande programma di esercizio al mondo finalizzato in modo specifico alla prevenzione e gestione delle malattie croniche".
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http://www.repubblica.it/scienze/2010/06/21/news/no_medicine-5013230/
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