Tripoli minaccia la Ue: stop a cooperazione su immigrazione. Arrestati “agitatori arabi”. Internet ancora oscurato.
ROMA - La repressione di Muammar Gheddafi si abbatte sulla Cirenaica in rivolta, soprattutto a Bengasi, dove fonti mediche citate da Al Jazira hanno denunciato una «spaventosa carneficina». Si parla di 285 morti nella sola Bengasi.
L'esercito sta sparando razzi Rpg sui manifestanti a Bengasi, riferisce una testimone ad Al Jazeera, aggiungendo che le forze dell'ordine stanno utilizzando proiettili urticanti per disperdere la manifestazioni. Secondo un attivista, Mohamed Nabus, sono 258 i corpi all'obitorio dell'ospedale al Galaa della città. Anche fonti mediche dell'ospedale di al-Jala di Bengasi hanno riferito di 250 morti e di 700 feriti durante gli scontri avvenuti ieri pomeriggio tra manifestanti e forze della sicurezza libica fedeli a Muammar Gheddafi, al potere ormai da 41 anni. Gli ospedali di Bengasi hanno lanciato un appello attraverso il sito Lybia Al Youm perchè dicono di non essere più in grado di gestire i feriti che stanno affluendo. Nell'appello chiedono medici, sangue, attrezzature e se possibile aprire ospedali da campo.
A fornire queste cifre è il medico Nabil al-Saaiti il quale in un collegamento telefonico con l'emittente qatariota ha spiegato che «ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell'ospedale per identificarli».
Il quotidiano britannico Independent, segnala la circolazione di informazioni che parlano di «200 morti e più di mille feriti», molti più di quanto si era detto fino ad ora. Human Right Watch ha alzato a 104 il numero di morti a Bengasi. Secondo fonti mediche locali, citate dal quotidiano Quryna, considerato vicino al figlio di Gheddafi Seifulislam, è di 24 morti il bilancio della repressione attuata ieri a Bengasi.
Nei dintorni di Bengasi la morte è arrivata anche dal cielo: ieri pomeriggio elicotteri hanno sorvolato i centri di Aguria e Beda uccidendo a colpi di mitragliatrice svariate persone, tra loro anche dei bambini. Lo ha riferito all'Ansa un italiano che lavora in Libia e che, a sua volta, è stato informato dei fatti dalla guardia libica che lo scorta in questi giorni per arrivare incolume all'impresa dove lavora, a Derna, 350 chilometri da Bengasi.
Scontri e vittime a Misurata. Testimoni hanno riferito che ieri vi sono stati «violenti scontri» tra manifestanti e foze dell'ordine anche a Misurata, terza città della Libia, a est di Tripoli. Secondo questi testimoni vi sono stati «morti e feriti» tra i manifestanti scesi nelle strade «a sostegno degli abitanti di Bengasi». Oggi a Misurata sarebbero in strada diecimila manifestanti.
Il sito Libya al Youm riporta voci che danno per dimissionario il ministro dell'interno Abdel Fatah Yunis, che si sarebbe unito ai manifestanti. Lo stesso sito afferma anche che la tribù di Al Farjane, della zona di Sirte, ha deciso di sollevarsi contro il regime del colonnello Gheddafi.
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