domenica 20 febbraio 2011

Stupri correttivi in Sudafrica: la Chiesa tace

Stupri correttivi in Sudafrica: la Chiesa tace

di Martina Orlandi

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Avaaz.org è un’ organizzazione non-profit e indipendente che nelle ultime settimane ha indetto una petizione contro lo stupro correttivo, la pratica che prevede lo stupro di gruppo di donne lesbiche con l’obiettivo di curare la loro omosessualità. Lo stupro correttivo sta diventando una vera e propria emergenza in Sud Africa dove secondo Luleki Sizwe, un’organizzazione a sostegno delle vittime di stupro correttivo, ogni settimana, solo a Città del Capo, vengono violentate più di 10 lesbiche.

150 donne vengono violentate ogni giorno in Sudafrica e negli ultimi dieci anni 31 lesbiche sono state assassinate a causa della loro sessualità. Ogni anno 510 donne riferiscono di essere state vittime di stupro correttivo. Luleki Sizwe critica l’incuria delle forze dell’ordine sostenendo che i pochi casi di stupro correttivo che vengono denunciati ricevono dalla polizia una riposta penosa esentenze permissive. La prova di questo è il rilascio da parte delle autorità sudafricane di Andile Ngcoza che lo scorso anno ha violentato, picchiato e strangolato per cinque ore, senza ucciderla, Millicent Gaika. Ngcoza è stato rilasciato su una cauzione di 60 Rand, l’equivalente di meno di 10 dollari.

Se la polizia non fornisce appoggio a coloro che subiscono tali violenze, la Chiesa per contro non solo copre i crimini perpetrati alle lesbiche, ma anzi favorisce il preconcetto che l’omosessualità sia una malattia da debellare, per cui fra le esternazioni del presidente Zuma sull’inferiorità delle donne e degli omosessuali e l’omertà delle chiese, la situazione delle donne lesbiche diventa ogni giorno più difficile. Attualmente le donne lesbiche ugandesi sono punibili con la reclusione, purché colte in flagranza di reato, ma una nuova proposta di legge presentata in Parlamento prevede invece la pena di morte e la possibilità che la punizione sia comminata anche in assenza di flagranza, ma semplicemente su delazione dei conoscenti. La motivazione di tale crudeltà starebbe nel tentativo di ostacolare l’ascesa al potere degli omosessuali, i quali avrebbero l’intenzione di condurre il resto della popolazione verso l’omosessualità e di salire al potere attraverso la distruzione della famiglia tradizionale e la pratica dell’aborto.

Le Chiese Cristiane in Uganda organizzate nel Uganda Joint Christian Council si sono espresse fortemente a favore della legge. I leader religiosi si professano per definizione contrari alla pena di morte ed invitano a ridurre la pena capitale al carcere a vita. Tuttavia si trovano pienamente d’accordo con il punire gli omosessuali e identificare l’omosessualità come un peccato davanti a Dio e inaccettabile nella società. Gli esponenti delle Chiese cristiane sono quindi impegnati in una campagna contro chiunque protegga i gay e hanno apertamente criticato i governi occidentali che hanno espresso dissenso tra cui la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e la Svezia che ha minacciato di sospendere gli aiuti economici, accusandoli di interferire con la sovranità dello stato.

Avaaz.org chiede al Presidente Zuma di condannare pubblicamente lo stupro correttivo, penalizzandolo come crimine d’odio. La petizione ha raggiunto nel febbraio 2011 ha superato le 600.000 firme e intende raggiungere le 750.000.

Chiunque sia interessato a far sentire la propria voce, può firmare qui.

Martina Orlandi

http://www.cronachelaiche.it/2011/02/stupri-correttivi-in-sudafrica-la-chiesa-tace/

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