martedì 5 aprile 2011

Libertà di espressione: anche in Italia ci sarà il carcere per i revisionisti

Libertà di espressione: anche in Italia ci sarà il carcere per i revisionisti

ROMA - Su decisione dell’Unione Europea, ogni Paese dovrà inserire nel proprio ordinamento giuridico una legge che punisce chi nega l’Olocausto. Lo ha annuncia trionfante il sito ebraico italiano Shalom.it (http://www.shalom.it/J/index.php?option=com_content&task=view&id=1047&Itemid=1) che cerca di giustificare in una lunga intervista con l’avvocato Roberto De Vita l’assurda legge bavaglio che di fatto impedisce agli storici, agli studiosi e gli intellettuali di studiare e di poter esprimere apertamente l’esito dei propri studi sul secondo conflitto mondiale e sul fenomeno che nella storia scritta dai vincitori della guerra venne denominato Olocausto.

È degno di nota che i paesi occidentali hanno sempre sostenuto di avere una civiltà libera e con la scusa della libertà dell’espressione hanno reso un’abitudine persino le offese e gli insulti a Dio, ai profeti ed alle sacralità delle diverse religioni.

A quanto pare l’Olocausto è per questi paesi ancor più sacro di Dio, o in altre parole l’unica cosa rimasta sacra.

Negli ultimi anni diversi studiosi di fama mondiale sono stati perseguitati e sbattuti in galera per aver messo in dubbio la versione ufficiale dell’Olocausto.

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha definito vergognoso un simile atteggiamento e nel 2006 ha ospitato a Teheran una inedita conferenza internazionale che ha ospitato tutti gli studiosi indipendenti dell’Olocausto e persino gruppi di ebrei come i Neturei Karta, critici nei confronti delle politiche del regime israeliano.

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