martedì 27 dicembre 2011

Catasto, a breve la riforma. Si calcoleranno i metri quadrati e non più i vani.L’OBIETTIVO è AGGIORNARE I DATI DELL’ ARCHIVIO EDILIZIO


Catasto, a breve la riforma
Roma –  Tra i piani del Governo c’è ora la riforma Catasto: l’obiettivo è quello di aggiornare i dati dell’ archivio edilizio italiano, adeguandoli alla realtà e ai valori di mercato ora 3,73 volte più alti. Il provvedimento, che servirà anche a riequilibrare gli estimi delle grandi città, sarà a costo zero e prevede il calcolo non più dei vani ma bensì dei metri quadrati.
L'ultimo tentativo era stato fatto nel 2006, quando il Governo Prodi presentò un collegato alla Finanziaria per mettere mano in modo organico al catasto, che si presenta oggi ancora strutturato come alla sua nascita con rendite rivalutate l'ultima volta nel 1990 con riferimento al biennio precedente. E se all’epoca il progetto non andò in porto a causa della fine anticipata della legislatura questa volta, proprio per non ripetere quanto già accaduto, i tempi potrebbero essere velocizzati.
I contenuti sono già tracciati in un documento elaborato dal ministero dell'Economia, che fissa cinque criteri che saranno utilizzati. ''E' noto – si legge nel nel documento - che le attuali rendite catastali, su cui si basa in larga parte la tassazione immobiliare, non sono più congrue rispetto ai valori di mercato''.
L'ultimo rapporto dell'Agenzia del Territorio indica in particolare che per le abitazioni il valore corrente di mercato è pari, in media a 3,73 volte la base imponibile ai fini Ici. Se si guarda all'Irpef, invece, lo stesso rapporto oscilla tra il 3,59 della abitazioni principali e il 3,85% delle seconde case. I canoni di locazione, poi, sono superiori di 6,46 volte a quelli delle rendite catastali. Il nuovo catasto - ed è il primo criterio fissato dal ministero dell'Economia - dovrà contemplare assieme alla rendita, ovvero al reddito medio ordinariamente ritraibile al netto delle spese di manutenzione e gestione del bene, il valore patrimoniale del bene al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione''.
Ci sarà quindi una rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari. Oggi, ad esempio, per le sole abitazioni sono previste 11 classi: dalla casa signorile ai castelli (A9), passando per abitazioni di tipo economico (A3), popolare (A4)e ultrapopolare (A5) che spesso, con i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, non rispettano più la realtà. Il documento del ministero fa un esempio: ''Tipicamente – è scritto - abitazione classate come popolari (A4) lo sono rimaste nel tempo, anche se oggi, pur essendo ubicate in zone centrali, il loro valore è di fatto più elevato di edifici di civile abitazione (A2) ubicati in zone semicentrali o, addirittura, periferiche". La riforma, prevederà poi il superamento del sistema vigente per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari. Sarà, inoltre, introdotto un sistema di funzioni statistiche che correleranno il valore del bene o il reddito alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie. Per gli immobili speciali è prevista una riqualificazione dei metodi di stima diretta. Infine, è previsto il superamento, per le abitazioni e gli uffici, del vano come unità di misura della consistenza ai fini fiscali: sarà sostituito con il criterio di superficie che verrà espresso in metri quadrati.

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