martedì 27 dicembre 2011

Quei mille suicidi tra le braccia dello Stato


Le storie dei morti di carcere sulla Stampa
La Stampa racconta in una pagina la storia di alcuni tra i mille suicidi in carcere negli ultimi dieci anni di detenuti ancora in attesa di giudizio. L’articolo di Niccolò Zancan riporta le storie più recenti di una follia eterna:
Jean Jaques Olivier Esposito, 39 anni, da Marsiglia, faceva il raccoglitore di coralli. Per questo passava molto tempo in fondo al mare. Per questo suo padre era preoccupato per lui. Mail 29 novembre 2010 è finito in carcere a Salerno per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Panetti di hashish nascosti nelle portiere dell’auto su cui viaggiava. In cella stava malissimo. Avevagià collaborato con gli investigatori e tentato il suicidio due volte, quando è stato trasferito ad Avellino. L’avvocato Michele Sarno ha cercato di salvarlo. L’istanza con cui chiedeva una misura cautelare meno afflittiva è datata 18 febbraio 2011. Rigettata il 23 febbraio con cinque righe scritte a mano, compresa la firma: «Il gip, letti gli atti, rilevato che permangono le cautele a fondamento della restrizione iniziale e che la detenzione domiciliare è del tutto improbabile per la gravità dei fatti, rigetta la richiesta… ». Il 2 marzo Jean Jaques Olvier Esposito si è impiccato. Come aveva annunciato a suo padre: «Ad Avellino i dottori sono un po’ meglio – aveva scritto – ma io dormo di giorno per paura che mi facciano male di notte. Mi riempiono di antidepressivi, non ce la faccio più. Ho troppa sofferenza dentro… Conto su di te per aiutare Karine e i bambini».
Continua ...
 http://www.giornalettismo.com/archives/182547/quei-mille-suicidi-tra-le-braccia-dello-stato/

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