martedì 27 dicembre 2011

“Riconquistare la sovranità”. Dal 15M a Occupy, “il 2012 sarà l’anno del 99%”


Dalla primavera araba alle piazze di tutta Europa, fino a Zuccotti il 2011 è stato l'anno delle proteste. Contro la mancanza di democrazia. O anche semplicemente contro la sua distorsione, contro la sua trasformazione in dipendenza dalle economie di mercato. Ma il cammino dei movimenti - 15-M, Indignati, Draghi ribelli, Occupy wall street - è solo all'inizio. Per il 2012 il "99%" promette di tornare per le strade. Primo appuntamento in Italia l'11 febbraio, nella piazza della Fiom.
Il 2011 è stato l’anno della protesta e della rabbia, della primavera araba, del riconoscimento mondiale (e delle copertine di Time). L’anno degli Indignati. Un movimento deflagrato nelle piazze di tutto il mondo contro la dittatura della finanza e la crisi che ha colpito l’Occidente. Hanno sfilato per le strade dallaSpagna all’Australia, e con Occupy Wall Streetsi battono perché la dignità dell’uomo non sia calpestata dal profitto. Ma questo è stato solo l’inizio perché sono pronti a ripartire nel 2012: negli Stati Uniti interverranno nei comizi per la corsa alle presidenziali, occuperanno edifici a scopo abitativo in Spagna e in Inghilterra terranno a gennaio la seconda conferenza nazionale a Sheffield. Mentre gli omologhi italiani sono impegnati in particolare sul fronte della riforma del lavoro e tanti di loro si daranno appuntamento alla manifestazione della Fiom l’11 febbraio.

Nati col nome di 15-M, ovvero 15 maggio 2011, a una settimana dalle elezioni amministrative in Spagna, hanno mostrato il loro volto pacifico e determinato dalla Puerta del Sol di Madrid alla Plaza Catalunya a Barcellona al grido di “Yes we camp”, grazie al supporto di oltre 200 associazioni e ai messaggi su twitter e Facebook. Studenti, giovani e precari accampati in 58 città spagnole per combattere contro la dittatura economica, a cui si sono uniti anche adulti e pensionati e le istanze del movimento 
Democracia Real Ya! che denunciava un sistema elettorale ingiusto, incapace di dare piena rappresentanza ai cittadini.

Ispirati dalle rivolte in Maghreb all’inizio del 2011 e in opposizione al sistema politico e al modello dello sfruttamento capitalista, il 17 settembre gli indignati “sbarcano” oltreoceano sotto il nome diOccupy Wall Street, supportati anche da Anonymous, il collettivo hacker a favore di Wikileaks e della libera informazione.

L’idea era nata due mesi prima in Canada dalla Adbusters Foundation, associazione per il consumo responsabile, che voleva organizzare una protesta nel cuore pulsante del capitalismo occidentale ispirandosi a Piazza Tahrir e agli Indignati spagnoli. La prima tappa è l’occupazione diZuccotti Park: gli aggiornamenti vanno su Twitter con l’hashtag #OWS, tra la gente la maschera di V di Vendetta, usata come simbolo.

“Siamo il 99%”, scrivono sui manifesti, e il loro slogan politico si diffonde rapidamente in altri movimenti dall’Australia fino al Regno Unito e l’Italia. Il rimanente 1%, infatti, è quello che detiene la ricchezza a scapito della quasi totalità della popolazione che paga le conseguenze dell’avidità e delle disuguaglianze sociali.

In Italia, a rappresentare la protesta contro la finanza, ci sono i Draghi Ribelli, dal nome di Mario Draghi. Paradossalmente, lo stesso presidente della Bce alla vigilia della manifestazione del 15 ottobre giustifica le loro motivazioni. E a sostenere la loro causa ci prova anche l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, che condanna gli scontri di Roma ma 
riconosce che “oggi la distribuzione del reddito è iniqua”.
Continua …

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