giovedì 9 febbraio 2012

Camera, ok al decreto "Svuota Carceri"


Il guardasigilli Severino: «Non è resa dello Stato»

Anna Finocchiaro (PD) e Paola Severino ministro della Giustizia (Photo/LaPresse)Anna Finocchiaro (PD) e Paola Severino ministro della Giustizia (Photo/LaPresse)
MILANO - Il governo ha incassato la fiducia della Camera sul decreto "svuota carceri" con 420 sì, 78 no e 35 astenuti. A favore hanno votato Pdl, Pd e terzo Polo, contrari Lega, Idv e Noi Sud. Astensione dei radicali. In dissenso dal gruppo il deputato Pdl Carlo Ciccioli ha votato no alla fiducia. Il voto finale sul provvedimento è previsto per martedì prossimo. Nel voto di fiducia del 18 novembre scorso i sì erano stati 556, il 16 dicembre sulla manovra 495, mentre il 26 gennaio sul dl milleproroghe erano ulteriormente scesi a 469.
IL DECRETO - Tra i punti principali del decreto legge sulle carceri del ministro Severino ci sono: la destinazione agli arresti domiciliari, in prima istanza, degli arrestati in flagranza per reati minori di competenza del giudice monocratico in seconda istanza le camere di sicurezza; la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi di pena residua ai domiciliari (si estende di 6 mesi quanto era già stato previsto dal ddl Alfano); la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (gli opg) entro il 31 marzo 2013. La norma più contestata del decreto carceri, su cui giovedì la Camera ha votato la fiducia, è quella introdotta al Senato con un emendamento a prima firma Luigi Lusi (Pd), che retrodata al primo luglio 1988 la possibilità di chiedere risarcimento per ingiusta detenzione. Per quanto il governo e i relatori e i gruppi di maggioranza alla Camera abbiano espresso perplessità sull'articolo (il 3-bis), si è deciso di non sopprimerla per non far tornare il testo in terza lettura a Palazzo Madama mettendone a rischio la conversione in legge (il dl scade 20 febbraio). Pdl, Pd e Terzo Polo (Udc, Fli, Api) hanno però presentato un ordine del giorno, che sarà votato in aula martedì prossimo, per chiedere un impegno al governo a rimediare agli effetti di disparità che si creerebbe tra chi ha subito un torto per ingiusta carcerazione dal primo luglio '88 in poi e chi prima di quella data.
Continua ...

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