mercoledì 9 gennaio 2008

Israele ha paura di una vittoria di Obama

Gerusalemme teme che il senatore democratico, nero e liberal, si avvicini di più ai palestinesi e agli arabi GERUSALEMME (ISRAELE) - Il fantasma di Barack Obama perseguita non solo Bill e Hillary Clinton, ma anche George Bush in viaggio in Medio oriente. Al suo arrivo il presidente americano, infatti, troverà Israele preoccupato della meteorica ascesa del senatore nero democratico e la possibilità che vinca le elezioni del prossimo novembre. Lo afferma il quotidiano Ma’ariv, secondo cui «in forma molto privata funzionari israeliani manifestano allarme» alla prospettiva di Obama alla Casa bianca: non lo ritengono amico di Israele, temono che in quanto nero e liberal si avvicini di più ai palestinesi e agli arabi. Vorrebbero, ha aggiunto il giornale che venisse eletta presidente Hillary – cosa da non escludere, peraltro - e non si capacitano della sua caduta: cercheranno perciò di rafforzare i suoi legami con l’America nello ultimo anno di Bush. OAS_AD('Bottom1'); BENEFICIO DEL DUBBIO - Ma’ariv rileva che a Gerusalemme alcuni politici concedono a Obama il beneficio del dubbio: da presidente, dicono, potrebbe appoggiare Israele più di quanto i suoi critici pensino. Essi citano Bush, che alla sua elezione rappresentava un’incognita per gli equilibri medio orientali, mentre il candidato democratico da lui sconfitto, il vice presidente Al Gore, era fortemente filo israeliano: ma Bush, notano, risultò poi il paladino di Israele, come tradizione dei presidenti americani. Il quotidiano tuttavia conclude che Obama potrebbe essere spinto a differenziarsi da George W. perché si è proposto a tutti gli elettori americani come portatore di grandi cambiamenti. E ricorda che in un dibattito con Hillary dichiarò di essere pronto a negoziare con l’Iran, il nemico di Israele. Gerusalemme ha paura di Obama, il nuovo, e rimpianto di Hillary, il vecchio? Sentimenti del genere spesso non reggono alla verifica dei fatti. Ma al crepuscolo dei Bush, è innegabile che Israele senta la nostalgia dei Clinton: Bill, di cui la first lady è l’erede, fu un presidente da esso molto amato. Ennio Caretto http://www.corriere.it/Esteri/2008/Primarie_USA/israele_primarie_ffd11fca-be20-11dc-8e86-0003ba99c667.shtml

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