mercoledì 9 gennaio 2008

Privacy, assolto l'impiegato che spiò i dati di Prodi e signora

Una sbirciatina veloce a dati non riservati. Solo così il dipendente dell'agenzia delle Entrate evita una condanna penale per accesso abusivo all'Anagrafe tributaria. Entrare nel sistema per soddisfare una propria curiosità non costituisce reato di per sé. Occorre che il lavoratore del Fisco sappia di stare violando la privacy dei cittadini, contro la volontà della stessa amministrazione finanziaria. A stabilire come e quanto sia lecito farsi gli affari dei contribuenti, senza alcun motivo di lavoro, è il Gip del tribunale di Nola, nella sentenza 488 del 14 dicembre 2007 (di prossima pubblicazione su «Guida al Diritto»): pur consapevole dell'orientamento della giurisprudenza in materia, non se l'è sentita di far pagare caro quello che ha considerato una sorta di peccato di ingenuità.Il magistrato ha assolto «perché il fatto non costituisce reato» un dipendente delle Entrate di Nola che, in assenza di una qualsiasi attività di accertamento tributario in corso, è entrato fugacemente nel sistema pubblico per consultare i dati anagrafici di due "schedati" eccellenti: il premier Romano Prodi e signora. Continua ... http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/01/privacy-prodi-anagrafe.shtml?uuid=a1df8b28-be10-11dc-903e-00000e25108c&DocRulesView=Libero

Nessun commento:

Posta un commento