venerdì 21 marzo 2008

Non è un privilegio illuminare le vicende dei giornalisti minacciati

Rosaria Capacchione, e con lei Lirio Abbate, Nino Amadore, lo scrittore Roberto Saviane e tanti altri giornalisti – molti corrispondenti e collaboratori di provincia dei giornali non noti alla grande cronaca nazionale – non sono lasciati soli. La luce sulla loro vicenda di giornalisti minacciati, intimiditi, vittime di attentati ad opera della criminalità organizzata, della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta non si spegne. Non deve essere spenta. Il Sindacato dei giornalisti da tempo ha scelto questa strada. Manifestazioni, dibattiti, incontri, iniziative presso le autorità competenti per la sicurezza pubblica sono costanti anche se, necessariamente, talvolta svolte per linee interne. C’è bisogno, però, di maggiore attenzione e anche di maggiore consapevolezza pubblica degli inaccettabili attacchi della malavita organizzata ai giornalisti. Non si può permettere a nessuno che impunemente la stampa venga intimidita, che singoli giornalisti e le loro famiglie siano presi di mira come bersaglio da mettere sotto silenzio. Troppo spesso c’è la tendenza, anche tra i giornalisti, a non parlare troppo di questo, per il timore di dare anche solo l’idea di volere una riserva di tutela in più per chi ha il “ privilegio” di fare il giornalista. Malavita e manovratori occulti dediti agli assalti criminali contro l’informazione e i suoi operatori non potranno mai immaginare di concludere le loro azioni con una stampa libera piegata o semplicemente loro amica. Contro di loro l’informazione ha il dovere, anche solo attraverso le notizie, di parlare e di essere schierata sulla frontiera della legalità, della giustizia, della libertà. Continua ... http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6404

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