venerdì 21 marzo 2008

"Arciere": io, bersaglio per la mafia

L’uomo che prese Riina parla dai domiciliari: «Non ho tutela, temo per la mia famiglia» MASSIMO NUMA TORINOArciere è nella sua casa, in una località segreta della cintura torinese. Il carabiniere che, assieme ai colleghi del Crimor del capitano Ultimo, arrestò nel ‘93 a Palermo Totò Riina, è da lunedì scorso agli arresti domiciliari, per la storia dei mobili di Stupinigi rubati nel 2004 e restituiti nel 2005. Accusato di concorso in estorsione e di aver detto il falso nelle relazioni di servizio. Ieri l’eurodeputato della Lega Nord, Mario Borghezio, lo ha voluto incontrare. Con lui solo la moglie Gabriella, le due figlie erano a scuola. La vita della famiglia del maresciallo Riccardo Ravera s’è come fermata, il 18 dicembre scorso, «quando ho appreso dai giornali di essere indagato...». Arciere, 46 anni, subito dopo era stato colto da malore. Della sua vicenda si occupa anche il Quirinale, sollecitato da Borghezio. Sarà l’ex procuratore Gerardo D’Ambrosio a valutare la situazione processuale. La segreteria della Presidenza della Repubblica ha aperto un fascicolo, perchè Arciere aveva ricevuto la medaglia di bronzo al merito, dopo il recupero del tesoro di Stupinigi. Camicia a righe bianche e azzurre, blue jeans. Sereno. Non polemizza coi pm, nè appare impaurito. E’ difeso dall’avvocato Loredana Gemelli. Continua ... http://lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200803articoli/6256girata.asp

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