Gli esperti: sono a pochi chilometri dalle coste italiane. Mancano un piano per controllarle e le reti per bloccarle
MILANO - Milioni di meduse al largo delle coste italiane. A volte trasparenti, le più insidiose, a volte di grandi dimensioni. Avanzano, si raggruppano, si spostano, portate dalla corrente. Ma soprattutto proliferano, senza freni né possibilità di stima «perché nessuno se ne sta occupando». È l'allarme lanciato dall'Istituto di ricerca per la protezione ambientale del ministero dell'Ambiente: «Siamo a livelli di emergenza — avverte Silvio Greco, dirigente di ricerca —, ma in Italia, a differenza di altri Paesi, non è previsto un piano di interventi perché non ci sono soldi». Tentacoli urticanti in agguato, cellule pronte a rilasciare veleno se a contatto con il corpo umano: un pericolo che incombe in maniera concreta e in dimensioni neppure immaginabili, a giudicare dai dati a disposizione dell'Istituto: «Le segnalazioni ci arrivano in maniera frammentaria da pescatori o ricercatori impegnati in altre missioni. La situazione è comune agli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: abbiamo un esercito di meduse al largo del Tirreno, davanti alla Liguria, nei mari intorno all'Italia, quelle avvistate a riva solo una piccola parte. Milioni e milioni di esemplari, lontano sì dalle coste, ma in balia delle correnti: basterebbe un niente a portarle sulle spiagge».
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