sabato 16 luglio 2011

Il potere dei signori dell'economia - di ANTONIO GNOLI

C'è una pericolosa spaccatura in corso tra economia e politica. Da tempo quest'ultima ha perso il primato di guida pubblica e stenta a riconquistare il ruolo di decisore che pure le spetta. Ciò che sta accadendo in queste settimane, ma sarebbe più corretto parlare di mesi (in Europa, in Italia, negli Stati Uniti) attiene più al mondo della psichiatria che alla scienza dei numeri e delle statistiche. Molto istruttivi, da punti di vista differenti, sono due libri che ci aiutano a vedere un po' più chiaro sia nelle scelte del consumatore (I soldi in testa di Paolo Legrenzi, ed. Laterza) che in quelle macroeconomiche (La mano invisibile della politica di Massimo Terni, ed. Garzanti). Viviamo tempi complicati e misteriosi. Sulla base puramente numerica agenzie di rating decidono la sorte di paesi e con essi di milioni di persone. I signori dell'economia hanno un'autonomia dalla politica come mai era accaduto in tutta la precedente storia dell'umanità. Gli effetti del neoliberismo e della globalizzazione ci stanno spingendo in una nuova forma di delirio economico, come sostiene David Harvey in L'enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza(ed. Feltrinelli). Le grandi corporations multinazionali sono i nuovi iceberg che si muovono minacciosi e giustificano ampiamente l'uso del "Titanic" come metafora.

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