lunedì 1 agosto 2011

Roberto Saviano ricorda Giuseppe D’Avanzo



Con un lungo articolo su Repubblica lo scrittore racconta il suo rapporto con il giornalista scomparso
Con un lungo articolo su Repubblica Roberto Saviano ricorda Giuseppe D’Avanzo, scomparso improvvisamente sabato scorso all’età di 57 anni:
L’ultimo suo messaggio mi era arrivato solo qualche giorno fa. Leggendo i ricordi dedicati a D’Avanzo si sente chiaramente l’affetto per l’uomo, la stima per il giornalista, la gratitudine per il maestro. Il vuoto che lascia D’Avanzo nel giornalismo italiano è enorme. Qualcosa in più della capacità di indignazione. La sua forza risiedeva nella rigorosa disciplina del dato e nella capacità narrativa di raccontare il meccanismo. In altre parole, fare il giornalista. Peppe lo mostrava chiaramente che dar vita a un’inchiesta giornalistica non significa semplicemente andare a leggere il casellario giudiziario e sbattere la notizia in prima pagina, ma capire i meccanismi che stanno dietro alle vicende, analizzare i dati, collegare i fatti. Questo faceva con sapienza D’Avanzo. Ed era questo che gli permetteva di non accanirsi sulle persone, piuttosto sui loro sulle loro azioni. Sembra un dettaglio, questione di lana caprina, epistemologia per scuole di giornalismo. Tutt’altro. E’ ciò che fa la differenza tra la militanza e una inchiesta. D’Avanzo infatti detestava la superficialità che porta spesso a creare processi mediatici, che poi si sgonfiano senza nulla di fatto, lasciando dietro di sé solo vittime del cattivo giornalismo, per le quali una smentita non potrà mai cancellare l’onta della notizia. Lui aveva bisogno di fatti, di prove, di capire lui stesso prima di scrivere e far capire agli altri. Sembrava infatti che mentre scriveva lui stesso stesse capendo sempre di più, non una lezione da ammannire al lettore, ma un percorso. Peppe era diffidente verso tutto ciò che non approfondiva. Lo era stato anche nei miei confronti quando la mia vicenda era apparsa sui giornali: voleva capirne di più. Fin quando iniziammo a vederci. Andai a casa sua discutere con D’Avanzo era piacevole. Anche quando non condivideva un’analisi o aveva dei dubbi su un passaggio dai lui giudicato troppo frettoloso, e chiosava con un “dai Robbè” che non lasciava scampo. Come a dire, questa cosa la devi dimostrare.
Continua ...
 http://www.giornalettismo.com/archives/135627/roberto-saviano-ricorda-giuseppe-davanzo/

Nessun commento:

Posta un commento