ROMA - Fare presto. Decidere presto. L'Italia dia subito ai mercati segnali chiari e concreti di coesione e capacità di prendere decisioni in grado di arrestare la grave crisi di fiducia che investe i titoli del debito pubblico. Di fronte ai «livelli allarmanti» toccati dal tasso dei BTP, Giorgio Napolitano, ha lanciato questo drammatico appello assicurando che le dimissioni di Berlusconi sono un fatto «certo» e nei prossimi giorni apriranno la strada a un nuovo governo o a elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». «Sono ore difficili e delicate ed io sono qui nonostante tutto», ha esordito in mattinata il capo dello Stato, davanti al mondo dello spettacolo riunito al Quirinale, mentre Angela Merkel rivolgeva all'Italia una nuova sollecitazione, i BTP sfondavano il 7% e lo spread si avvicinava pericolosamente a quota 600. I nostri titoli pubblici e i nostri istituti di credito sono in una «stretta molto pericolosa», ha detto Napolitano, con «prevedibili ricadute sull'economia e sull'occupazione». Non c'è tempo da perdere, ha aggiunto, servono «nuovi comportamenti nelle istituzioni e da parte delle forze politiche, occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, che si crei un clima di confronto più aperto e ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni. Abbiamo bisogno di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale». Subito dopo la cerimonia, Napolitano ha ricevuto Gianni Letta e Giulio Tremonti che hanno illustrato il maxi-emendamento del governo alla legge di stabilità e hanno confermato l'impegno ad accelerarne al massimo l'approvazione, accogliendo la sollecitazione che lo stesso Napolitano ieri sera aveva rivolto all' esecutivo e ai presidenti delle Camere, insieme a un invito ai leader delle opposizioni a fare sul piano parlamentare la loro parte. Qualche ora dopo, nel primo pomeriggio, «al fine di fugare ogni equivoco o incomprensione» - ma anche e soprattutto per tentare di dare una scossa ai mercati che continuavano a galoppare su record negativi - Napolitano ha fatto il punto con una nota ufficiale molto schietta. «Non esiste alcuna incertezza» sul fatto che Silvio Berlusconi si dimetterà formalmente «nel giro di alcuni giorni» appena approvata la legge di Stabilità «sulla base di accordi fra i presidenti delle Camere e i gruppi parlamentari». Alle dimissioni seguiranno «immediatamente e con la massima rapidità le consultazioni» formali al Quirinale. «Pertanto entro breve tempo» la crisi di governo troverà uno sbocco: potrà essere la nascita di «un nuovo governo che, con la fiducia del Parlamento, possa prendere ogni ulteriore necessaria decisione»; in alternativa, ci saranno lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». Saranno le consultazioni, fa capire il presidente della Repubblica, a fornirmi gli elementi in base ai quali scegliere l'una o l'altra soluzione». «Sono pertanto del tutto infondati - conclude la nota del Quirinale - i timori che possa determinarsi in Italia un prolungato periodo di inattività governativa e parlamentare, essendo comunque possibile in ogni momento adottare, se necessario, provvedimenti di urgenza».
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