martedì 29 gennaio 2008

Forti infiltrazioni della mafia nelle amministrazioni del Sud

Presentata la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia da cui emergonocollusioni tra esponenti della criminalità organizzata e amministratori pubblici Indagini in corso su scambio elettorale tra boss e politici meridionali PALERMO - Le infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione sono fortissime nelle regioni del Mezzogiorno. E' quanto emerge dalla relazione annuale presentata dalla Direzione nazionale antimafia, guidata da Piero Grasso. Secondo la Dna, le maggiori inchieste giudiziarie avviate dalle procure Distrettuali antimafia riguardano collusioni fra boss e politici, ma soprattutto fra esponenti della criminalità organizzata e amministratori pubblici. I magistrati analizzano anche lo scambio elettorale politico-mafioso che ci sarebbe stato in diverse città del Sud. Secondo i dati raccolti dalla Dna, i politici di diverse regioni meridionali avrebbero pagato somme di denaro ai boss delle organizzazioni criminali per ottenere voti nelle ultime consultazioni elettorali. Nella relazione viene evidenziato "il soddisfacente numero di procedimenti d'indagine che puntano a contrastare uno dei settori di maggiore pericolosità dell'infiltrazione mafiosa". Nella fase delle indagini preliminari, nel periodo che prende in esame la relazione della procura nazionale, emerge che il maggior numero di procedimenti aperti sono a Napoli (8), segue Catanzaro (7), poi Palermo (2) e con un procedimento ciascuno Catania, Reggio Calabria, Bari e Lecce. (29 gennaio 2008) http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/rapporto-antimafia/rapporto-antimafia/rapporto-antimafia.html Intrecci tra boss e politici Nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia emerge che al Sud numerose inchieste giudiziarie riguardano collusioni tra mafia e pubblica amministrazione. Nelle città del Mezzogiorno sarebbe forte lo scambio di voti con la criminalità organizzata. Nel documento anche la questione rifiuti in Campania: "L'ecomafia sostituisce il contrabbando" PALERMO - Le infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione sono fortissime nelle regioni del Mezzogiorno. È quanto emerge dalla relazione annuale presentata dalla Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso. Secondo la Dna, le maggiori inchieste giudiziarie avviate dalle procure Distrettuali antimafia riguardano collusioni fra boss e politici, ma soprattutto fra esponenti della criminalità organizzata e amministratori pubblici. Procedimenti penali che puntano a far luce su questo intreccio sono stati avviati dai magistrati dei distretti di Napoli, Messina, Salerno, Catanzaro, Reggio Calabria e Cagliari."Una parte rilevante dell'azione di contrasto - si legge nella relazione - risulta essere stata svolta dalla procura distrettuale antimafia di Palermo che, per numero e qualità delle investigazioni, ha assunto sicuramente una posizione di preminenza nella repressione delle condotte di contiguità politico-mafiosa". I politici di diverse regioni meridionali avrebbero pagato somme di denaro ai boss delle organizzazioni criminali per ottenere voti nelle ultime consultazioni elettorali. I magistrati hanno analizzato anche lo scambio elettorale politico-mafioso che ci sarebbe stato in diverse città del Sud. Agli indagati viene contestato l'articolo 416 ter del codice penale, "che inopinatamente esige la corresponsione sinallagmatica di una erogazione di denaro per la promessa di voti elettorali proveniente da un'associazione mafiosa". Continua ... http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id=1158&template=lasiciliaweb

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