Giovanni Messina, presunto affiliato al clan degli "Assinnata", in base al 740 arrivava a stento a fine mese. Le fiamme gialle catanesi, coordinate dalla procura della Repubblica distrettuale, gli hanno sequestrato una villa con piscina e agrumeto da 2.000 metri quadri. Già condannato per associazione mafiosa e imputato per duplice omicidio, ha avuto ritirato il gratuito patrocinio legale a spese dello Stato. Ora dovrà rimborsare l'assistenza ricevuta dall'inizio del procedimento
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Stamane la Corte d’Assise di Catania, su richiesta della procura distrettuale, ha fatto scattare i sigilli sulla villa, intestata a terzi ma nella piena disponibilità di Giovanni Messina, che la usava come seconda casa. L’operazione è il risultato delle indagini patrimoniali effettuate dal nucleo di Polizia tributaria delle fiamme gialle etnee che hanno verificato come l’immobile non fosse giustificato dalla dichiarazione dei redditi del presunto appartenente alla cosca “Assinnata” e del suo nucleo familiare, quindi da ritenersi acquistata con proventi illeciti. Dal 740 di Messina, infatti, emergeva che il suo nucleo familiare riusciva a raggiungere la mera sussistenza. La ricostruzione del patrimonio effettivo di Messina ha dimostrato che oltre agli immobili, Messina, aveva recentemente acquisito anche alcuni automezzi
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