Roma, 10 giu. - (Adnkronos) - "La cosa e' comica e quindi ridiamoci su. Io non mi pento in alcun modo di quel servizio, peraltro mai andato in onda. Ci hanno condannato per aver violato la privacy di persone di cui non abbiamo mai rivelato i nomi. Non abbiamo detto chi assumeva droga ma solo il numero dei 'positivi'. Come se a Milano condannassero chi ha dedotto il numero di milanesi che assume cocaina dopo i test sulle acque delle fogne". Cosi' Davide Parenti, capo autore e papa' de 'Le Iene', commenta la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna nei suoi confronti (e nei confronti dell'altro autore del servizio Matteo Viviani) per aver violato la privacy di senatori e deputati con il test antidroga eseguito attraverso la prova del tampone in fronte su 50 deputati e 16 senatori.
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