Roma, 10 giu. (Adnkronos) - Per un anno di scuola elementare di un bambino, un paese industrializzato, Italia compresa, spende 500 volte di più rispetto a quanto si spende per l'istruzione di un bambino in un paese afflitto o reduce da guerre. Il Lussemburgo per esempio sborsa 12.000 dollari per garantire un anno di istruzione a ogni bambino lussemburghese. La Svezia quasi 10.000. L'Italia 6.796. Per contro ammonta a 17 dollari annui la spesa pro-capite per istruzione primaria in Burundi: il costo di uno zainetto e di qualche quaderno, o di un tamagotchi, per i nostri bambini.Se permarranno queste disparità e i governi avanzati non faranno ulteriori sforzi, incrementando sensibilmente gli aiuti in educazione verso i paesi che ne hanno maggior bisogno - cioè nazioni in conflitto o reduci da guerre, 37 milioni di bambini rimarranno esclusi dall'istruzione. L'Italia, in particolare, è tra i paesi meno generosi e si colloca al terzultimo posto nella graduatoria degli aiuti governativi all'educazione primaria.
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