C'è qualcosa di masochistico nell'insistenza con la quale Silvio Berlusconi continua a farsi e a farci del male dopo la terrificante quanto insopportabile battuta su Obama "giovane, bello e abbronzato".
Non sappiamo se nel battaglione di portaparole, portaborse, portatutto che circonda il premier, ci sia qualcuno che stanotte o stamane abbia cliccato sui principali siti americani o abbia seguito le tv d'Oltreoceano, prodighe di sarcasmo nei confronti dell'Italia. Sappiamo che la gaffe del Presidente del Consiglio ci ha fatto fare un'altra figura imbarazzante.
Che la collezione privata del Cavaliere è ormai planetaria (dalla Palestina all'Arabia Saudita, dalla Danimarca alla Finlandia passando per la Cina con il contorno di corna, tacchi delle scarpe, bandane e altre lepidezze). Che Obama ha subito risposto con uno schiaffo bene assestato, telefonando a nove leader stranieri, ivi compresi sudcoreani e messicani, ma non al primo ministro italiano. Non ce ne può fregare di meno delle beghe e delle strumentalizzazioni che, al solito, maggioranza e opposizione del Belpaese stanno facendo nel consueto balletto di bassa politica, caratterizzato dalla rincorsa provinciale, ridicola, atratti comica, nel saltare sul carro di Barack.
Qui si tratta, molto più semplicemente, di capire una volta per tutte che, un conto sono le battute da bar sport o da Bagaglino; un altro le improvvide, infelici, inaccettabili parole peraltro pronunciate in un contesto di altissimo livello internazionale qual è stato il vertice intergovernativo russo-italiano di Mosca. E se, a parere dell'inquilino di Palazzo Chigi, sono imbecilli quelli che hanno stigmatizzato la sortita di Berlusconi perchè ne hanno le tasche piene di fare la figura dei coglioni (il lessico è di Silvio), ebbene: siamo tutti imbecilli e siamo tutti Obama.
di Xavier Jacobelli
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2008/11/07/131049-caro_silvio_siamo_tutti.shtml
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