sabato 8 novembre 2008

Risposta al Corriere della Sera

"Dialogate con belle maniere con la gente della Scrittura, eccetto quelli di loro che sono ingiusti. Dite [loro]: "Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è a Lui che ci sottomettiamo". (Versetto 46, Sura del Ragno) In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso Il 30 Ottobre 2008, il Corriera della Sera, uno dei quotidiani italiani più letti, ha pubblicato un articolo riguardo alla nostra emittente. Quello che addolora non è il fatto che il prestigioso quotidiano abbia usato termini ostili ed offensivi nei confronti della nostra emittente e del nostro paese ma il fatto che abbia cercato di perseguitare ed intimidire gli intellettuali che ultimamente sono stati intervistati da noi. L'articolo, firmato da M. Antonietta Calabrò, inizia con un a dir poco stravagante e bizzarro paragone della nostra radio a quella che negli anni settanta ed ottanta trasmetteva da Praga. Chissà cosa trova in comune la scrittrice dell'articolo tra una radio come la nostra, che diffonde i pensieri del mondo islamico e dell'Iran sulla politica internazionale con quella che trasmetteva dal blocco sovietico? Certo comprendiamo che il paragone è stato fatto intenzionalmente per offendere la nostra emittente ma per ora facciamo finta di non aver capito. In seguito dopo un veloce cenno al fatto che la nostra emittente esiste dal 1995, l'articolo inizia con gli errori che non sono pochi. Si dice che la nostra radio sia ormai l'unica al mondo, eccetto quella Vaticana, a trasmettere in italiano. Perciò la scrittrice dimostra grandissima cultura nell'ignorare Radio Argentina, Radio Montecarlo, Radio Cina Internazionale, Radio Australia, Radio Russia, Radio Svizzera e un'altra miriade di Radio sparse nel mondo che hanno sezioni italiane. Ma non è ancora nulla. La scrittrice ritiene il peso acquisito dalla nostra emittente [come dovuto] al "protagonismo internazionale" del presidente Ahmadinejad e si scorda che la nostra emittente iniziò a svolgere le sue attività in maniera simile a quella di oggi nel periodo dell'amministrazione Khatamì, nell'ambito del progetto "Dialogo tra le civiltà", di cui Khatamì fu promotore. Certo la nostra radio ha operato normalmente e sempre con nuove idee anche durante l'amministrazione Ahmadinejad. Qui la scrittrice tenta di lanciare un secondo siluro (dopo quello del paragone
Leggi tutto:
http://italian.irib.ir/index.php?option=com_content&task=view&id=4716

Nessun commento:

Posta un commento