Messina. Nell’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Vittime di Mafia lanciato un appello univoco: il grido di Parmaliana non resti inascoltato ... ... parole dure e pesanti come macigni.Sono quelle pronunciate dal senatore Giuseppe Lumia nel corso dell’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Vittime di Mafia e svoltosi nel Salone della Bandiere di Palazzo Zanca. Il primo riferimento è a quel ‘verminaio’ emerso dall’inchiesta condotta dalla Comissione Parlamentare Antimafia nel ’98, della quale anche Lumia ha fatto parte, e che ha portato alla luce l’inquietante connubio tra mafia politica e magistratura in una provincia che poi tanto “babba” non si è rivelata. “A Messina – afferma il rappresentante del Pd - convergevano gli interessi dei clan di Cosa nostra sia di Palermo che Catania, ma anche della 'ndrangheta, che grazie alla connivenza di politici e magistrati, operavano indisturbate nelle loro attività illecite. Ricordo ancora le fronti sudate di quei magistrati dinanzi alle domande della Commissione Antimafia”. Un’inchiesta inizialmente ritenuta non necessaria da altri componenti della Commissione stessa, che se ne convinsero solo dopo essere venuti a conoscenza dei contorti intrecci, grazie ad un’accurata documentazione, raccolta in gran parte dallo stesso Lumia: “Riaccendemmo i riflettori su omicidi come quello del professor Matteo Bottari o del giornalista Beppe Alfano, che si era fatto di tutto per cercare di insabbiare. Oggi in sala incrocio gli sguardi di molti familiari delle vittime della mafia che ancora attendono giustizia. Per questo le istituzioni non possono abbassare gli occhi di fronte a volti affamati di verità”.
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http://www.antimafiaduemila.com/content/view/10714/48/
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