NEW YORK, 12 MAR. - "La guerra al terrorismo ha legittimato pratiche orribili, ci appelliamo ai governi perché cooperino, non solo al fine di chiarire i fatti, ma anche perché si impegnino a non aprire in futuro altri centri di detenzione segreti": lo ha detto lo speciale rapporteur dell'Onu per la difesa dei diritti umani nella lotta al terrorismo, Martin Scheinin, presentando al Consiglio dell'Onu per i diritti umani uno studio sulle carceri segrete usate negli ultimi anni, in particolare dagli Stati Uniti, ma anche da altri come Sri Lanka e Pakistan, per detenere presunti terroristi e combattenti. Scheinin condurrà nei prossimi mesi un'inchiesta sulla questione insieme a Manfred Nowak, rapporteur delle Nazioni Unite per la tortura, sulla base di "credibili" informazioni relative all'uso di centri di detenzione illegale da parte degli Stati Uniti, in una decina di paesi tra Africa, Medio oriente e Asia; centri, noti anche come "black sites" (siti neri), gestiti almeno fino a tutto il 2007 per condurre interrogatori di sospetti. Secondo l'agenzia Misna, tra le accuse ipotizzate dagli esperti dell'Onu, quelle che i centri siano stati utilizzati per far scomparire persone, per torture e per altre forme di detenzione in violazione dei diritti umani. Sottolineando che la tortura è vietata dalle convenzioni internazionali, Scheinin ha preso atto della volontà della nuova amministrazione americana "di voler dare una svolta a questa pagina oscura della sua storia, sebbene in altri paesi la pratica di carceri segrete continui ancora oggi...; prima di poter cambiare pagina - ha però concluso - dobbiamo vedere cosa conteneva quella pagina". Tra le altre preoccupazioni esposte da Scheinin quella che la creazione di database e il loro uso sempre più frequente per costruire "profili di terroristi tipo" sta andando oltre ogni limite creando problemi e forme di discriminazione verso particolari gruppi di persone.
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