NAPOLI - «Sappi che il mio padrone è Nicola Cosentino, e più di quello nessuno ti poteva raccomandare... fai conto che sei già dentro». Così diceva l’imprenditore in odore di camorra al giovane che aspettava l’assunzione nel consorzio Eco4, nato per gestire lo smaltimento dei rifiuti nell’area casertana. E lui, Nicola Cosentino, confermava: «L’Eco4 è una mia creatura, l’Eco4 song’io ! ». È la storia di questo consorzio già al centro di altre indagini antimafia che porta il sottosegretario all’Economia, nonché coordinatore del Pdl in Campania, all’accusa di concorso esterno in associazione camorristica, con la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla procura di Napoli al giudice per le indagini preliminari. I capi di imputazione contro Cosentino sono pesanti. «Contribuiva, sin dagli anni Novanta, a rafforzare vertici e attività dei gruppi camorristi Bidognetti e Schiavone, dai quali riceveva puntuale sostegno elettorale». Inoltre, negli anni avrebbe «garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa e amministrazioni pubbliche». E la richiesta di arresto viene giustificata anche con «la persistenza del debito di gratitudine» che il sottosegretario avrebbe verso i clan di Casal di Principe.
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