lunedì 14 marzo 2011

“Resistere a Mafiopoli nel nome di Peppino”

Giovanni Impastato presenta il libro sulla lotta per la legalità di suo fratello e l’attualità delle sue battaglie contro la criminalità organizzata

Le sale piene e una grande attenzione del pubblico accompagnano l’ affollato tour nordoccidentale di Giovanni Impastato. Il fratello di Peppino, uno dei martiri più conosciuti della lotta contro le mafie, presenta il suo libro “Resistere a Mafiopoli” in incontri pubblici organizzati da Sinistra Ecologia Libertà del Piemonte e della Lombardia. Una biografia, aggiornata all’attualità, sull’impegno per la legalità di suo fratello e della sua famiglia, che dopo la morte di Peppino nel 1978 ha portato avanti la sua memoria. “Bisogna alimentare la memoria storica, perché senza di essa non è possibile costruire il futuro”.

RICORDI ED IMPEGNO – Il libro di Giovanni Impastato nasce dopo infinite richieste. La pubblicistica su Peppino è abbastanza cospicua, ma molte persone che incontravano Giovanni volevano sentire anche la sua voce sulla parabola familiare che ha travolto la famiglia Impastato. Il libro è nato allora come forma di intervista, e il colloquio con Giovanni è stato condotto da Franco Vassia, un giornalista esperto di musica. Una scelta voluta, quella di non scrivere un volume assieme ad un mafiologo, ma redigerlo invece con un appassionato seguace del modo artistico culturale che tanto appassionava il fratello. La storia inizia dall’infanzia, descritta da Giovanni come il periodo più sereno e felice della propria esistenza. Una gioventù di piena integrazione della Sicilia dell’epoca, dove era crescente il ruolo della criminalità organizzata. La scelta contro la mafia di Peppino ha sconvolto l’equilibrio interno al nucleo domestico. Il padre di Giovanni e Peppino era un mafioso, anche se di secondo piano, mentre lo zio Cesare Manzella era un boss legato a Luciano Liggio. La gioia dei giochi nella campagna siciliana, gli odori e i profumi respirati quando si cercavano le rane mutano col sapore acro e doloroso del tritolo che fa saltare in aria l’automobile dello zio. “Se questa è la mafia, sarò contro tutta la sua vita”, è il primo pensiero che passa nella testa di Giuseppe Impastato dopo l’eccidio dello zio. E’ la svolta della vita di Peppino, che a quindici anni decide di capire che cosa vive a 100 passi da casa sua. A due minuti a piedi c’è infatti la residenza di Gaetano Badalamenti, il boss mafioso che controlla Cinisi, ai quali tutti portano rispetto, a partire da suo padre.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/117528/resistere-a-mafiopoli-nel-nome-di-peppino/

Nessun commento:

Posta un commento