giovedì 8 settembre 2011

Si apre il processo a Gaza sul rapimento e la morte di Arrigoni

Centrale la figura di Breizat, il giordano ucciso da Hamas che voleva uno scambio con lo sceicco Maqdisi.

Gaza, 8 set. (TMNews) - Tra i silenzi inspiegabili del movimento islamico Hamas che governa Gaza e l'attesa dei tanti palestinesi ed italiani che stimavano e seguivano il lavoro di Vittorio Arrigoni, si apre oggi alla Corte Militare di Gaza city il processo contro quattro palestinesi accusati di aver pianificato ed eseguito il rapimento dell'attivista e giornalista free lance italiano, assassinato dai suoi sequestratori lo scorso 15 aprile. Altri due membri della cellula armata - in apparenza legata al gruppo salafita Tawhid wal Jihad - il giordano Abdel Rahman Breizat e il palestinese Bilal al Omari, ritenuti i "cervelli" del rapimento di Arrigoni, sono rimasti uccisi in un assalto al loro nascondiglio (nei pressi del campo profughi di Nuseirat) lanciato dalle forze di sicurezza di Hamas due giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita dell'attivista italiano. "Spero che finalmente si faccia chiarezza su quanto è accaduto e che vengano condannati i responsabili dell'omicidio di Vittorio che era amato da tutti qui a Gaza per il suo impegno a favore dei diritti dei palestinesi", si augura Khalil Shahin, vice direttore del Centro per i Diritti Umani che ha ricevuto dalla famiglia Arrigoni l'incarico di seguire le indagini condotte dalla procura militare di Gaza. Tutti e quattro gli imputati hanno fatto parte delle forze di sicurezza di Hamas, un dato che ha suscitato con pochi interrogativi sulla composizione della base del movimento islamico dove si sarebbero infiltrati parecchi miliziani di gruppi salafiti locali, alcuni dei quali legati al qaedismo.
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