ROMA - Era un silenzio d’oro, quello di Giampi Tarantini. Nel senso letterale della parola. Perché si scopre solo adesso che l’ormai ex premier Berlusconi gli elargiva somme ben più consistenti di quelle che finora erano state indicate negli atti giudiziari. Significa che non c’erano solo i ventimila euro al mese per mantenere un certo tenore di vita e il mezzo milione per rimettersi in carreggiata e riprendere a fare l’imprenditore: ma il conto pagato dall’ex capo del governo, che secondo la procura poteva essere finalizzato a garantirsi un atteggiamento «complice» nell’inchiesta sulle escort a Palazzo Grazioli, era più salato. A raccontare di altri 167 mila euro, elargiti dal premier, è Angela Devenuto, la moglie di Giampi, che ammette pure: «Il premier era diventato un punto di riferimento, dandomi una sicurezza che negli ultimi due anni avevo smarrito». La donna è già finita in carcere su richiesta dei pm napoletani, poi è stata scarcerata e ora indagata a Roma; perché tutto quel denaro, per i magistrati capitolini, sarebbe la cifra estorta a Berlusconi dai Tarantini, in concorso con Lavitola, in cambio della promessa del silenzio sulle escort a Palazzo Grazioli. E adesso che la moglie di Giampi ha precisato la dimensione dell’affare, è il suo stesso difensore Alessandro Diddi a ritenere che i pm romani potrebbero agilmente procedere con il giudizio immediato. Nicla Tarantini ha firmato un memoriale indirizzato procuratore aggiunto di Roma Pietro Saviotti. Ventuno pagine per raccontare gli incontri della coppia pugliese con il premier, le elargizioni e la spontanea generosità di Berlusconi, il ruolo di Lavitola, che «ogni lunedì» le metteva in mano il denaro, le difficoltà e la depressione del marito Gianpaolo. «Voglio precisare - scrive nel documento consegnato in procura dal suo avvocato Alessandro Diddi - che le uniche somme che ho ricevuto da Lavitola dal mese di settembre 2010 al luglio 2011, consistono nei 3mila e 500 euro alla settimana come già detto e dell’importo di euro 42 mila ricevuti nel mese di novembre 2010 in un’unica soluzione e in contanti direttamente da Lavitola. Somma necessaria per la ristrutturazione dell’abitazione di via Gramsci 54, in cui tutt’ora vivo con la mia famiglia».
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