Anche la Corte di Cassazione, non certo un giudice progressista, volta le spalle al Cav.
La Corte di Cassazione ha confermato il referendum sull’abolizione del programma nucleare del governo di Silvio Berlusconi, e questa è la notizia che tutti i giornali riportano in apertura, oggi; ma in questa notizia ce n’è un’altra. Ovvero che non è un giudice qualsiasi ad aver deliberato sulla materia in questione; ma è invece un giudice come la Corte di Cassazione ad aver posto una vera e propria spada di Damocle sul futuro politico del Cavaliere da Arcore – come se il risultato delle elezioni amministrative non fosse abbastanza: infatti, con la presenza confermata del quesito sull’atomo, nulla è ancora confermato, ma certo il quorum è davvero a portata delle mani dei comitati promotori dei referendum.
OK AL REFERENDUM – L’Ufficio Centrale del Referendum, un collegio composto da ben 17 giudici estratti da tutte le sezioni della Suprema Corte, ha deliberato che l’abrogazione della legge sul nucleare voluta dal governo non solo non è sufficiente a far decadere il referendum, ma in osservanza alle disposizioni generali sulla materia soggetta a consultazione popolare, ora si dovrà decidere sulla nuova legge voluta dall’esecutivo. Un esito che il professor Gaetano Azzariti, da noi ripreso su queste pagine, aveva auspicato, e che si è puntualmente verificato. Così, gli italiani saranno chiamati a votare proprio sulla legge del nucleare così come modificata dal governo: il referendum resta in piedi, e Berlusconi un po’ lo teme. D’altronde anche per Bossi fra i quesiti “ce ne sono di interessanti”, il che vuol dire: la gente a votare ci andrà. E se il referendum passasse, buttando giù in un colpo le norme sul legittimo impedimento, sull’acqua pubblica e sul nucleare, appunto, sarebbe un cataclisma.
CORTE DI CASSAZIONE – Ma i risultati della consultazione andranno commentati il 14 di giugno. Per ora, c’è solo una cosa chiara: il vento sta veramente iniziando a girare contro l’era di Silvio Berlusconi, probabilmente molto più al termine di quanto non si possa pensare. Forse è un azzardo interpretare in questo modo qualcosa di fuggevole come “i segni dei tempi”, veri o presunti che siano, ma di certo la Corte di Cassazione è sempre stato tutto meno che un giudice progressista e pronto ad opporsi a Silvio Berlusconi, alla sua visione del mondo e della storia. La decisione della Corte di Cassazione, secondo molti giuristi da noi consultati, è certamente “coraggiosa”: forse, all’interno del Palazzaccio di Piazza Cavour, i giudici avrebbero scelto di ascoltare le sollecitazioni che provenivano da un movimento popolare ormai montante. E il fatto che prima d’ora non l’abbiano fatto è una conferma di quanto proviamo a sostenere: ovvero, che anche un’istituzione per sua natura e per sua storia conservatrice come la Suprema Corte abbia scelto di voltare pagina.
Continua ...
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