sabato 23 luglio 2011

Armi alla Libia, il solito casino


Mentre a marzo Frattini ci metteva in imbarazzo ovunque, stretto tra l'esigenza di spiegare agli interlocutori internazionali il voltafaccia italiano nei confronti di Gheddafi e allo stesso tempo i bunga-bunga, l'Italia già operava per recuperare il terreno perso dopo che i partner atlantici avevano deciso l'attacco alla Libia, mentre Frattini e Berlusconi ancora sostenevano Gheddafi.
Tra le ideone messe sul tappeto e prontamente realizzate pare che ci sia stata anche una robusta fornitura d'armi ai ribelli libici. C'era un bastimento carico di armi che dovevano andare in Croazia e che invece dal 1994 giacevano sequestrate in un deposito sull'isola de La Maddalena e hanno usato quelle. Roba vecchia ma ancora buona e per di più a costo zero e disponibile pronta consegna. La fornitura d'armi ai libici è una chiara contravvenzione dell'embargo ONU che riguarda anche i ribelli ed è una ragione in più per non farlo sapere in giro. Ma siamo in Italia e allora il deposito sull'isola lo svuotano usando i traghetti civili e, soprattutto, il magistrato competente viene a sapere che quel carico, sotto sequestro giudiziario, non c'è più.
Le indagini non ci mettono molto ad avere prova che le armi sono state movimentate dall'esercito, ma a questo punto arriva il governo che oppone il segreto di stato alle domande del giudice. C'è un altro particolare aspetto della vicenda che sicuramente non piace alla Procura di Tempio Pausania e che non deve passare in cavalleria: quelle armi dovevano essere state distrutte parecchi anni fa, ma qualcuno nell'esercito ha stancheggiato fino ad oggi, quando sono tornate buone. Non è la prima volta che i nostri militari giocano con arsenali clandestini. Per di più, le scorrette modalità di smaltimento delle armi vanificano ogni possibilità di controllare l'inventario e sapere se tutte le armi siano finite in Libia o se parte sia stata trasferita ad altri o fatta sparire e messa da parte. Se non fossero finite in Libia la faccenda sarebbe ancora più inquietante.
Continua ...

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