sabato 23 luglio 2011

Penati tradito da una email inviata all'amico-imprenditore


Il destinatario: dimostra che nel 2008 eravamo in affari. L'immobiliarista Pasini: "Lasciamo lavorare i magi-strati, parlerò quando sarà ora". Il messaggio è finito nel fascicolo dell'inchiesta per concussione e corruzione

di EMILIO RANDACIOMILANO - Ha fornito circostanze, cifre, ha indicato responsabilità precise. Ha scoperchiato il "sistema Sesto". Ma Piero Di Caterina, il numero uno di Caronte srl, società di trasporti di Sesto San Giovanni, è andato anche oltre. Per rendersi maggiormente credibile davanti ai magistrati, ha deciso di produrre documenti che aveva custodito segretamente per sé. Per svelare il sistema corrotto che, stando alla versione di più protagonisti di questo affaire, andava avanti addirittura dagli anni '90 nel comune alle porte di Milano, ha documentato il suo rapporto "privilegiato" con l'ex sindaco della città lombarda, poi diventato presidente della Provincia, Filippo Penati. Tra le carte che Di Caterina ha fatto allegare al fascicolo dell'inchiesta, c'è infatti anche una email ricevuta da Penati nel 2008, in cui, nero su bianco, emergono gli stretti rapporti che la Caronte aveva con Penati, gli affari societari esistenti tra i due, i rapporti societari.
"Ho deciso di svelare un sistema di cui ero vittima", giura Di Caterina da quando è scattato il blitz della procura di Monza, mercoledì scorso. Perquisiti sette indagati, compreso Penati, big del Pd in Lombardia, oramai ex vice presidente del consiglio regionale. Per lui le accuse sono concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. "Sono vittima di concussione", insiste oggi Di Caterina. In realtà fino al 2010, il fondatore della Caronte, l'amico di infanzia di Penati, emerge con responsabilità ben precise. Uomo-schermo, secondo il suo stesso racconto, dell'importante esponente politico di Sesto. L'email rafforzerebbe la tesi degli "affari" intrattenuti tra i due "a partire almeno dal '99", ma anche un ruolo di primo piano che l'imprenditore dei trasporti sestese avrebbe visto crescere negli ultimi anni, fino a sconfinare nel più ricco mercato immobiliare.
Ieri, intanto, si è fatto vivo anche il secondo imprenditore che ai magistrati ha raccontato il presunto giro di mazzette milionarie. Giuseppe Pasini, ex proprietario dell'ex area Falck (nelle ultime elezioni comunali anche candidato del centrodestra e sconfitto dall'esponente del Pd Giorgio Oldrini), si è presentato in Consiglio comunale che ieri era chiamato a discutere dello sviluppo futuro proprio dell'ex area industriale di Sesto San Giovanni. "Al momento opportuno saprete cosa è accaduto - ha garantito minaccioso Pasini - . Adesso c'è un magistrato che sta lavorando e lasciamolo lavorare". L'imprenditore-politico ha quindi detto di credere al lavoro della procura: "Io ho fiducia che per questa vicenda si vada avanti".
In una nota, intanto, il Pd respinge sul nascere le accuse sui presunti finanziamenti illeciti che avrebbe ricevuto. "Il Pd non ha mai preso finanziamenti illeciti", ha assicurato in una nota Antonio Misiani, tesoriere del partito. "I nostri bilanci sono pubblici e certificati da una società di revisione indipendente", ha ricordato. Dunque, "di fronte a informazioni di stampa ambigue e fuorvianti, abbiamo deciso di dare mandato ai nostri legali per tutelare il buon nome del Partito democratico".

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