sabato 6 agosto 2011

Quel silenzio colpevole sui suicidi delle vittime dei preti pedofili


“Non indagate su questi casi, non serve a niente”, dice un vescovo australiano
E’ boom di suicidi fra gli alunni delle scuole cattoliche australiane, alunni che in passato sono caduti vittime delle attenzioni non esattamente amichevoli dei sacerdoti. Preti pedofili insomma, preti che violentano ragazzi che poi si suicidano: e la polizia gradirebbe indagare per capire cosa sta succedendo. Ma sulla strada delle forze dell’ordine c’è il vescovo di Ballarat, Peter Connors, che teorizza l’inutilità dell’approfondimento investigativo su casi di tale importanza perché, dice il prelato, non servirebbe a niente e nulla si scoprirebbe in questo modo.
OLTRE VENTI I SUICIDI – Ma andiamo con ordine. Da alcune settimane, nelle scuole australiane gestite dalle diocesi cattoliche si registra un vero e proprio picco di suicidi fra gli adolescenti, già vittime di sacerdoti e prelati. Qualcosa non va.
La polizia che indaga sui casi del pedofilo Robert Best, frate, crede che almeno 26 vittime di abusi sessuali nelle scuole in cui il religioso ha insegnato si sarebbero suicidate. Uno degli ufficiali delle indagini chiede addirittura una inchiesta parlamentare sul tema. “Sarei più che felice se aiutasse le vittime”, dice il vescovo di Ballarat Peter Conners. “Ma non credo che riusciranno a capire molto di più…credo che noi siamo riusciti a fare il meglio che potevamo negli ultimi anni”.
Continua ...

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