Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 18 marzo 2008
Arcidonna: "Sicilia, solo 35% laureate ha un lavoro"
PALERMO - Continua a essere profondo il gap che separa donne e uomini in Sicilia, dalla formazione al mondo del lavoro. Secondo i dati diffusi oggi dall'Osservatorio di genere di Arcidonna nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna "Non pensare a sesso unico", ideata da Feedback e rivolta alla lotta agli stereotipi di genere, a un anno dal conseguimento del titolo accademico solo il 35% delle donne laureate in Sicilia ha un'occupazione, contro il 42,2% dei maschi laureati nei tre principali atenei dell'Isola (Palermo, Catania e Messina). Il divario tra dottori e dottoresse, come dimostrano gli ultimi dati di Almalaurea, si riscontra anche a livello retributivo: la media degli stipendi delle laureate occupate è di 848,5 euro netti mensili contro i 1.172 euro netti mensili dei maschi. Una differenza del 27,5%, il doppio di quella che si riscontra sul suolo nazionale (13,5). Che le donne trovino ad un anno dalla laurea un'occupazione di qualità inferiore agli uomini lo si evince anche da un altro dato: i maschi con un contratto di lavoro a tempo indeterminato sono il 54,5% contro il 40,7 delle femmine."Il problema - dice Valeria Ajovalasit, presidente nazionale di Arcidonna - è che in Sicilia continua a prevalere un orientamento culturale secondo cui il lavoro è per le donne una scelta di second best. Per questo, ci è sembrato opportuno realizzare una campagna di comunicazione integrata per combattere questo fenomeno. Partendo proprio dagli stereotipi di genere, da quei processi che stanno alla base della riproduzione sociale delle discriminazioni. Il motto "Non pensare a sesso unico" sarà il filo conduttore ideale del nostro progetto, "Laboratorio di Pari Opportunità: pratiche per il superamento degli stereotipi", finanziato dall'Unione europea con il Programma Equal (II Fase). Un progetto che coinvolgerà l'università, le scuole, i sindacati e le imprese. Ossia quelle istituzioni sui cui è necessario agire per realizzare una reale democrazia paritaria".
Continua ...
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