martedì 18 marzo 2008

La "lista nera" del Liechtenstein - Dentro anche Bonsignore e Sama

Tra le 157 le posizioni sotto esame ci sono anche il parlamentare Luigi Grillo e Carlo Sama, il delfino di Gardini, la famiglia Ferruzzi. Nell’elenco ci sarebbero i manager di Tangentopoli, imprenditori, avvocati, commercialisti, politici, professori universitari e personaggi dello spettacoloContiene oltre 400 nomi di personaggi più o meno famosi che hanno trasferito denaro nel paradiso fiscale, ma molti appartengono allo stesso nucleo familiare e sono cointestatari di un unico conto corrente per questo si riducono a 157 i depositi su cui indagare. Si tratta della «black list» del Liechtenstein, che la Procura di Roma ha ordinato di sequestrare presso l’Agenzia delle Entrate. Nell’elenco ci sarebbero i manager di Tangentopoli, imprenditori, avvocati, commercialisti, politici, professori universitari, gente dello spettacolo: come ha anticipato il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco, “c’è la fotografia dell’Italia” in quelle carte riservate che i servizi segreti della Germania hanno acquistato da un dipendente della banca e poi inviato alle agenzie fiscali di dieci paesi.Così, dal recente passato italiano rispuntano nomi come quello di Carlo Sama, il delfino di Raul Gardini che insieme ad altri esponenti della famiglia Ferruzzi avrebbe portato 5 milioni di euro nell’istituto di credito Lgt di Vaduz. Su quei conti esteri sarebbero stati trasferiti anche 400 milioni di euro dai proprietari del gruppo farmaceutico che fa capo alla famiglia Mian: è il record, seguito da quello di un altro gruppo specializzato nella commercializzazione di medicinali che dovrà giustificare capitali per oltre 200 milioni di euro. Poi ci sono i milioni dei politici. Accanto al nominativo di Bonsignore risulta un deposito di 5 milioni e mezzo di euro che l'europarlamentare, come tutti gli altri “soggetti fiscalmente residenti in Italia”, dovrà chiarire come mai decise di trasferire in Liechtenstein.Le verifiche della magistratura dovranno accertare se i presunti evasori abbiano fatto rientrare i capitali o si siano avvalsi di condoni e scudi per evitare di dover fare i conti con il fisco.Dopo aver ricevuto la lista l’Agenzia delle Entrate ha effettuato le prime verifiche per stabilire se i nomi contenuti risultassero in regola con il pagamento delle tasse. Ma subito sono trapelate indiscrezione sull’identità dei presunti evasori e alcuni politici hanno chiesto a Visco di rendere nota la lista completa “per evitare di influire sulla campagna elettorale”. La Procura di Roma ha quindi incaricato la Guardia di Finanza di sequestrare la documentazione arrivata dall’estero e svolgere gli accertamenti.Natalia Distefano (18 marzo 2008) http://www.ateneonline-aol.it/080318nata.php

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