martedì 18 marzo 2008

Disastro Poste

Il nuovo computer impone ritmi infernali. E i portalettere vanno in tilt RAPHAËL ZANOTTI TORINOSono finiti i tempi in cui il postino suonava sempre due volte. Ora lo fa una sola e deve sperare che qualcuno risponda. Se non succede sfora orari, scardina griglie temporali, scivola nel lavoro straordinario non sempre ben visto dall’azienda. «Provate voi a seguire le indicazioni del signor Geopost», dice uno storico portalettere di Torino riferendosi al software che gestisce la vita dei postini calcolando percorsi, zone, tempi medi di consegna. Un esempio? Lettera aperta affissa qualche giorno fa da un portalettere nel suo ufficio postale: «Oggi il Signor Geopost ha deciso che la mia zona deve essere così: civici attivi 140, abitazioni 1283, negozi 84, uffici 42, altro 18». Il portalettere è in abbinamento, ovvero quel giorno dovrà sobbarcarsi anche un’ora del lavoro del collega rimasto a casa. Peso della posta da consegnare: 99 chili. Tempo previsto: sei ore. Il che significa 2,75 chili ogni dieci minuti. Impossibile? Beh, non secondo il Geopost che prevede 20 secondi per la consegna di una singola lettera a destinatario dedicato, due minuti per una raccomandata da dover far ritirare al cliente, niente pausa per mangiare o per un bisogno fisiologico, nessuna distrazione. «Ma il mestiere di postino è anche contatto umano - si lamenta lo storico portalettere -. Il Geopost non calcola che ho un utente disabile, che non sente il citofono. Ogni volta che gli porto una lettera, passo dal negozio affianco al portone e chiedo al commerciante di battere sul soffitto con una scopa. Il signore al piano di sopra sente le vibrazioni, si muove in carrozzella e raggiunge il citofono. Mi apre, e solo allora salgo». Continua ... http://lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200803articoli/6218girata.asp

Nessun commento:

Posta un commento