La Gelmini «commissariata» e messa di fronte ad una «mission impossible», come l’ha definita il leader della Cisl scuola Francesco Scrima. Il ministro ha illustrato ai sindacati l’agenda per la ripresa di settembre e la situazione è sconfortante: una cura dimagrante di tre anni ma la cui tabella di marcia deve essere approntata entro il 31 dicembre. Tutto l’elenco comincia con l’avverbio «meno»: meno scuole (si parla di 1.600 accorpamenti), meno ore di lezione, meno indirizzi di studio (oggi sono 912), meno risorse per l’autonomia scolastica (e quindi meno libri, meno pc, meno corsi di recupero), meno personale (87 docenti e 43 mila impiegati). «Ma per decidere tutti questi tagli - dice Scrima - occorrono accordi sia con i sindacati per tutto ciò che riguarda la materia contrattuale, sia con gli enti locali che hanno competenza sulla rete scolastica. E poi, che trattativa è quella in cui i risultati sono già tutti decisi?». Il ministro - dicono i sindacati - è in un vicolo cieco: «o riesce o salta tutto». Tant’è che Tremonti ha voluto affiancarle (articolo 64 della manovra, comma 7) «un comitato di verifica tecnico-finanziaria composto da rappresentanti dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia». «Di fatto l’hanno già commissariata».
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